La fedeltà del cane di Luigi Pirandello (1904): Conoscendo le abitudini della moglie, le ore in cui soleva uscir di casa, argomentò che il convegno con l'amante poteva aver luogo o alla mattina, fra le dieci e le undici, o nel pomeriggio, poco dopo le quattro. Ma più facilmente di mattina. Ebbene, poiché era lì, perché non rimanerci? Poteva darsi benissimo che gli riuscisse di togliersi il dubbio quella mattina stessa. Guardò l'orologio; mancava poco più di un'ora alle dieci. Impossibile star lì fermo, in quel portone, tanto tempo. Poiché lì vicino c'era l'entrata a Villa Borghese da Porta Pinciana: ecco, si sarebbe recato a passeggiare a Villa Borghese per un'oretta.
La vecchia casa di Neera (1900): Già la nebbia che si era sollevata nelle ore meridiane ricominciava a cadere lentamente. Il fanciullo argomentò che l'ora attesa non dovesse essere lungi: infatti recatosi sul piazzale e guardando in su verso le vie fuggenti a nord riconobbe in una massa bruna che si andava man mano ingrossando le prime file del corteo funebre. Contemporaneamente alcuni curiosi giunti alla spicciolata da diverse parti entrarono a prender posto sotto l'atrio e lungo i colonnati.
I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): — Che abbia qualche pensiero per la testa, — argomentò Renzo tra sé, poi disse: “son venuto, signor curato, per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa.” “Di che giorno volete parlare?” “Come, di che giorno? non si ricorda che s'è fissato per oggi?” “Oggi?" replicò don Abbondio, come se ne sentisse parlare per la prima volta. “Oggi, oggi... abbiate pazienza, ma oggi non posso.” |