Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): Il magnetizzatore aggiustò un poco la testa della donna colle mani, come si farebbe con una bambina morta che si mette nella bara, le sussurrò qualche buona parola di incoraggiamento. Si collocò diritto davanti, presso lo sgabello, si concentrò nella barba, inarcò le ciglia, guardando verso un angolo della stanza: abbassò quello sguardo severo sulle scarpette rosse della donna, risalì con quello sguardo lentamente su tutta la persona, lo arrestò, lo aguzzò come una lesina, lo conficcò qua e là nella carne viva, ed allargando d'un tratto le mani a un gesto di sacerdote che celebra, restò lì, come stecchito, colle mani nell'aria.
Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro (1901): La venuta di Zaneto aguzzò l'appetito curioso degli uditori e il racconto fu ripreso. Cosa si fossero detto la marchesa e don Giuseppe non si sapeva. Certo la marchesa, nel congedar il prete, aveva sospirato: “ga d'esser anca i sorzi!„ quasi quasi compassionando Domeneddio per questa debolezza di aver inventato i topi. Quanto poi al fondo della cosa...
Il polso di Adolfo Albertazzi (1914): Ond'ecco La Fratta a studiare di quale e quanto e quanto duraturo amore fosse capace il cuore piccoletto della graziosa Arnisio. Perché ella non aveva con lui quelle espansioni compiute, quei confidenti abbandoni e neppure quei moti meditati o spontanei di gelosia che tutte le donne amando, o fingendo d'amare, sogliono avere. E nello studio La Fratta aguzzò così i suoi occhi e il suo pensiero a leggere nel pensiero e negli occhi della dama che, ahimè!, troppo credette d'apprendervi. |