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Informazioni utili online sulla parola italiana «mora», il significato, curiosità, forma dell'aggettivo «moro», sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Mora

Forma di un Aggettivo
"mora" è il femminile singolare dell'aggettivo qualificativo moro.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Wikipedia

Liste a cui appartiene

Lista Frutta [Melone, Mirtillo « * » Necocarpo, Nespola]

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Informazioni di base

La parola mora è formata da quattro lettere, due vocali e due consonanti.
È una parola bifronte senza capo, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (aro), un bifronte senza coda (rom). Divisione in sillabe: mò-ra. È un bisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con mora per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Ho pagato tutte le rate del mutuo, tranne l'ultima che è andata in mora.
  • Preferisco Gabriella tra le due, cioè quella mora.
Non ancora verificati:
  • La mora di gelso, come tutti i frutti di bosco, è ricca di vitamine del gruppo B.
Citazioni da opere letterarie
La luna e i falò di Cesare Pavese (1950): Quando la Mora tornò a popolarsi, io ne sapevo abbastanza sulla festa che potevo parlarne con Cirino, con l'Emilia, con tutti, come ci fossi stato. A cena ci fu ancora da bere. La carrozza grande tornò a notte tardissimo, ch'io dormivo da un pezzo e sognavo di arrampicarmi sulla schiena liscia di Silvia come fosse il palo della cuccagna, e sentii Cirino che si alzava per andare al cancello, e parlare, sbatter porte e il cavallo sbuffare. Mi girai sul saccone e pensai com'era bello che adesso ci fossimo tutti. L'indomani ci saremmo svegliati, saremmo usciti in cortile, e avrei ancora parlato e sentito parlare della festa.

Resurrezione di Elena Di Fazio (2021): Un brivido attraversò la schiena di Jessabel, simile a una scossa elettrica, un fulmine improvviso tra le scapole. Ondeggiò in avanti, a bocca aperta, il sapore dolce e acido del liquore ancora sulle labbra. «Il primo wormhole, quello che si aprì sul monte Crasta Mora in Svizzera, restò attivo solo pochi minuti. Il tempo necessario perché lo attraversasse una forma di vita organica.»

La Madonna d’Imbevera di Cesare Cantù (1878): Qui fierajuoli a sfoggiar mercanzia: là bettolieri a rosolare braciuole e friggere galletti: il buzzurro alessa e brucia le castagne primaticce: un gruppo di villani già mezzo brilli urlano a chi più i punti della mora: altri straziano costolette così guascotte, e le irrorano di aquavite, di vino, di mosto appena spremuto dall'uva non ben matura. La fanciulla compra un santino per la nonna devota: la nonna gingilli per ispassar il bambino quando il portano a mimmi;
Uso in vari contesti
  • Pietro Metastasio, poeta e drammaturgo italiano, in Alessandro nell'Indie, libretto del 1729 musicato da diversi compositori, scrive: "Che a suo favor può fare ingiusti i numi? Ah! si mora, e si scemi".
  • L'11 settembre 2013, il quotidiano La Repubblica, in un articolo a firma di Claudia Brunetto sul pagamento della Tares, scrive: "I cittadini rischiano di pagare un tributo con criteri incerti e con una mora pesantissima in caso di ritardo".

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per mora
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: bora, cora, dora, fora, gora, mara, mera, mira, moca, moda, moka, mola, more, mori, moro, mota, mura, torà.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: boro, bort, core, cori, coro, dori, doro, dorò, fori, foro, forò, gore, lord, lori, loro, nord, nori, pori, poro, tori, toro, tory.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: ora, moa.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: moira, morda, moria, morra, morsa, morta.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: baro, caro, darò, faro, laro, marò, paro, raro, sarò, taro, varo.
Antipodi inversi: se si sposta l'ultima lettera all'inizio (con eventuale cambio) e si inverte il tutto si può avere: roma.
Parole con "mora"
Iniziano con "mora": morale, morali, moracea, moracee, moravia, moralità, moraleggi, moralismo, moralista, moraliste, moralisti, moralizza, moralizzi, moralizzo, moralizzò, moratoria, moratorie, moraleggia, moraleggio, moraleggiò, moralizzai, moralmente, moraleggerà, moraleggerò, moraleggiai, moraleggino, moralistica, moralistici, moralistico, moralizzano, ...
Finiscono con "mora": dimora, remora, mormora, disamora, innamora, commemora, disinnamora.
Contengono "mora": amorale, amorali, dimorai, umorale, umorali, amoracci, amorazzi, amorazzo, dimorano, dimorare, dimorate, dimorato, dimorava, dimoravi, dimoravo, femorale, femorali, immorale, immorali, marmorai, mormorai, timorata, timorate, timorati, timorato, tumorale, tumorali, amoraccio, amoralità, cormorani, ...
»» Vedi parole che contengono mora per la lista completa
Parole contenute in "mora"
ora. Contenute all'inverso: aro, rom.
Incastri
Inserito nella parola alé dà AmoraLE; in ali dà AmoraLI; in dino dà DImoraNO; in dire dà DImoraRE; in dite dà DImoraTE; in dito dà DImoraTO; in diva dà DImoraVA; in divi dà DImoraVI; in divo dà DImoraVO; in mari dà MARmoraI; in mori dà MORmoraI; in alita dà AmoraLITA (amoralità); in corni dà CORmoraNI; in corno dà CORmoraNO; in cosmi dà COSmoraMI; in dirvi dà DImoraRVI; in disse dà DImoraSSE; in dissi dà DImoraSSI; in disti dà DImoraSTI; in morta dà MORmoraTA; ...
Inserendo al suo interno ace si ha MORaceA; con avi si ha MORaviA; con chi si ha MORchiA; con fin si ha MORfinA; con sic si ha MORsicA; con aggi si ha MaggiORA; con delle si ha MOdelleRA (modellerà); con leste si ha MOlesteRA (molesterà); con nitore si ha MOnitoreRA (monitorerà); con aleggi si ha MORaleggiA; con fonologi si ha MORfonologiA.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "mora" si può ottenere dalle seguenti coppie: moa/ara, moabite/abiterà, moca/cara, moda/darà, modeste/desterà, modi/dirà, modiste/disterà, modo/dora, mogi/gira, mogia/giara, mohur/hurrà, moli/lira, momenti/mentirà, moscacce/scaccerà, mosti/stira, mota/tara, moti/tira, moto/torà, motore/torera, mouse/userà, movesti/vestirà.
Usando "mora" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: armo * = arra; como * = cora; damo * = darà; domo * = dora; ermo * = erra; limo * = lira; mamo * = mara; memo * = mera; mimo * = mira; * rada = moda; * rade = mode; * radi = modi; * rado = modo; * rata = mota; * rati = moti; ramo * = rara; sumo * = sura; timo * = tira; tomo * = torà; boemo * = boera; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "mora" si può ottenere dalle seguenti coppie: modi/idra, moog/gora, mota/atra.
Usando "mora" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: boom * = bora; * arca = moca; * arda = moda; * arde = mode; * ardi = modi; * ardo = modo; * arno = mono; * arti = moti; * arto = moto; * ardano = modano; * arderà = modera; * arderò = modero; * argano = mogano; * arnica = monica; * arriva = moriva; * arrivi = morivi; * arrivo = morivo; * arderai = moderai; * ardeste = modeste; * ardesti = modesti; ...
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "mora" si può ottenere dalle seguenti coppie: damo/rada, demo/rade, dessimo/radessi, diamo/radia, domo/rado, gnomo/ragno, memo/rame, mimo/rami, minimo/ramini, pomo/rapo, ramo/rara, remo/rare, rimo/rari, saremo/rasare, temo/rate, timo/rati.
Usando "mora" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: rada * = damo; rade * = demo; rado * = domo; rame * = memo; rami * = mimo; rapo * = pomo; * damo = rada; * demo = rade; * domo = rado; * memo = rame; * mimo = rami; rara * = ramo; * pomo = rapo; * ramo = rara; * remo = rare; * rimo = rari; * temo = rate; * timo = rati; rare * = remo; rari * = rimo; ...
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "mora" si può ottenere dalle seguenti coppie: moda/rada, modano/radano, mode/rade, modera/raderà, moderai/raderai, modero/raderò, modeste/radeste, modesti/radesti, modi/radi, modica/radica, modici/radici, modico/radico, modino/radino, modio/radio, modo/rado, moggio/raggio, mogia/ragia, mogli/ragli, molla/ralla, molle/ralle, molli/ralli...
Usando "mora" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: arra * = armo; darà * = damo; erra * = ermo; lira * = limo; mara * = mamo; mera * = memo; mira * = mimo; * cara = moca; * darà = moda; * dirà = modi; * gira = mogi; * lira = moli; * tara = mota; * tira = moti; rara * = ramo; sura * = sumo; tira * = timo; boera * = boemo; corra * = cormo; diara * = diamo; ...
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "mora" (*) con un'altra parola si può ottenere: * ti = mortai; * dei = moderai; * rii = morirai; * uve = muoverà; ambi * = ammorbai; dire * = dimorerà; mare * = marmorea; * arti = martoria; * devi = moderavi; * devo = moderavo; * dite = mordiate; * turi = mortuari; ambre * = ammorbare; arile * = armoriale; arili * = armoriali; ciati * = cimatoria; copri * = comporrai; copti * = comportai; direi * = dimorerai; disti * = dimostrai; ...
Quiz - indovina la soluzione
Definizioni da Cruciverba: Lo si passa sulla moquette, Pianta della famiglia moracee, Il racconto con la morale, Uccise re Umberto I a Monza, Ha un monumento a lui dedicato a Trafalgar Square, a Londra.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Mora, Bada, Tardanza, Tardezza, Tardità - Si danno more al pagamento di somme rilevanti; si chiede una discreta mora al creditore quando non si hanno al momento i mezzi onde soddisfare al debito; ma se dopo una mora se ne chiede un'altra, abusando della sua deferenza o altrimenti, è un tenerlo a bada: si tiene a bada anco chi domanda, chi sollecita importunamente, quando non s'ha cuore o fronte di negarli di netto la cosa richiesta. La tardanza è del fare, dell'eseguire a rilento o a troppo lunghi intervalli; la tardezza è dell'intelletto non isvegliato, non pronto; poi la tardezza è effetto della tardanza; la tardità è il modo di essere abituale della cosa, per cui risulta nella medesima o in quelle colle quali ha stretta relazione tardanza e tardezza: però tardità e tardezza, facilmente e quasi senza improprietà si scambiano. [immagine]
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Mora - Questo giuoco, che per quanto dicesi fu inventato da Elena, contribuiva al divertimento dei Lacedemoni. Non fu ignoto ai Romani, ed è quello che Cicerone chiama micare digitis. Era in uso soltanto fra la gente di campagna. Serve di divertimento al volgo d'Italia, e si eseguisce mostrando una certa quantità di dita all'avversario, il quale dal canto suo fa altrettanto. I due giuocatori annunziano un numero nello stesso tempo e vince quegli che indovina il numero delle dita che sta per mostrare l'altro. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Mora - S. f. Indugio, Intervallo. Aureo lat. In questo senso inusit. Varch. Ercol. 264. (C) Cioè di quella mora, o spazio, o indugio, o bada, che interviene tra un movimento e l'altro. Car. En. 4. 74. (M.) Che 'l crudo verno, il tempestoso mare…, Le sconquassate navi in ciò ne danno Mille scuse di mora, e di ritegno. E l. 12. v. 1447. (Gh.) Or qual più, Turno, Farai tu mora, o sotterfugio, o schermo? Marchet. Lucr. l. 4. p. 193. Nè mora o requie… alcuna Gli è concessa giammai. Canig. Rist. 85. (M.) Ah! umiliati a Dio, e a lui adora, E agli altri signor china la testa, E al povero gli orecchi senza mora. T. Soder. Arb. 54. Il giuggiolo e il moro (gelso) son l'ultime (piante) a germinare, e da questa mora che in latino inferisce indugio, è chiamato moro. (Etim. sbagliata).

2. (Leg.) [Can.] Termine entro il quale, o trascorso il quale si deve soddisfare ad un'obbligazione. Si dice costituzione in mora quell'atto (derivante dal fatto dell'interessato o dall'immediato disposto dalla legge) per cui il promettente diviene obbligato ad effettuare l'adempimento della promessa. V. METTERE IN MORA. [Fanf.] Mazzi, Laber. Cosc. 42. La mora non è altro che una tardanza del debitore contro la volontà del creditore che non è pagato.

[Cont.] Bandi Fior. XI. 2. 53. Tal pagamento debba fare in pena della sua mora e tardità, e acciochè il fisco e camera ducale non sopporti la pena della negligenza e pigrizia di tali creditori.

T. Conceduta la mora di due anni. – Mora di qualche mese. – More del pagamento, plur.

Essere o Cadere in mora. Essere incorso nella pena patteggiata nel contratto celebrato fra le parti per aver indugiato a soddisfare all'obbligazione convenuta. Malm. 6. 88. (Man.) Poi, s'ella è in mora, viensi a un'inibita, E non giovando a la comminazione, Che in pena caschi de le forche a vita. – In caso di mora. – Scaduta la mora pattuita.

Purgar la mora, si dice da' legisti quando la legge concede al delinquente qualche altro tempo a poter pagare, dopo la notificazione da farsi dal creditore. Bisc. Malm. (M.) T. Per estens. Essere in mora, di chiunque tarda a far cosa che deve. Dal modo prov. lat. Periculum in mora, anco it., ma non com. Pericolo in mora; che tiene del senso antiq.
Mora - S. f. Dicesi d'un Giuoco notissimo che si fa in due, alzando lè dita d'una delle mani, e cercando d'apporsi che numero sieno per alzare tra tutti e due; onde Fare alla mora per Giuocare esso giuoco. (Fanf.) Lo fanno venire da Micare, D'alquanto lontano; altri dai Mori. Fr. Mourre, spagn. Amorra, rom. e sien. Morra. [Cont.] Cit. Tipocosm. 482. Alcuni altri sono giuochi da taverne; e sono la mora, le piastrelle, le chiavi, e poi le carte.

Morg. 27. 23. (C) E non potrà, se volessi far ora, Levar più d'un colla mano e dir sette, Al giuoco delle corna, o della mora. Lib. Son. 32. Che l'hanno i portatori alle colonne Per bocca più, ch'e' non hanno la mora. [Cast.] Gigl. Vocab. Cater. V. pron. 121. Giocando questi (facchini) spessamente alla mora nel cortile. E appresso.

2. † E' giocherebbe alla mora di notte. Fig. di Un uomo savio, prudente e scaltro, il quale nelle cose più oscure ed intrigate saprebbe trovare il fatto suo. Paul. Mod. dir. tos. cap. 226. p. 316. (Gh.)

3. Giocare alla mora, dicesi per ischerzo di un cavallo o mulo che tiri i calci. (Fanf.)
Mora - [T.] S. f. e Agg. Una donna mora. Maura femm. in Marz. agg. – Una Mora. – Le More. Magal. Lett.

T. Pare una mora, donna di color bruno.

T. Mora di capelli.
† Mora - S. f. Costruzione informe, Mucchio di sassi. (Fanf.) T. Forse la rad. stessa di Muro (V.). Moriccia o Moles per la comm. della L in R. O Mora opposta alle acque o ad altro impulso. Staz. Frangere moras portarum. Virg. Moliri moram. = G. V. 7. 9. 8. (C) E sopra la sua fossa per ciascuno dell'oste gittata una pietra, onde si fece una grande mora di sassi. M. V. 337. Bene due braccia s'alzò la mora delle pietre sopra 'l corpo morto del loro senatore. Dant. Purg. 3. Sotto la guardia della grave mora. Tac. Dav. Ann. 12. 35. Però, fatta la testuggine, disfecero quelle more.

2. † Pilastro, Colonna non di pietra o marmo, nè secondo i buoni ordini di architettura, ma fatta di mattoni o altro, e intonacata, come si vedono nelle logge, o edifizi alla gotica. [Cont.] Doc. Arte San. M. App. III. 20. Detto maestro Domenico sia tenuto di murare le more, colonne che vanno nel muro, in quello modo li saranno ordinate per li operari predetti. Cost. Com. Siena, III. 66. Fare si debbia alle spese del comune di Siena sopra il muro de' bagni ne' quali si bagnano li uomini… una mora d'altezza di iiij braccia, e sopra essa mora si ponga una lanterna di vetro overo d'osso, la quale di notte dal principio de la notte infino al dì debbia ardere, sì che faccia lume a li detti bagni. = Docum. Art. Sen. 237. (Fanf.) E detti maestri faranno le more de le porte e de le finestre più grosse e più strette che non sono disegnate. E più sotto: Daranno e' detti maestri… tante pietre, mattoni e ronchioni quanti a lui bisognerà a murare per fare al fondamento d'una mora del detto palazo. V. anche MORALE sost., in senso di Corrente.

3. † Per Massa di frasconi. Dep. Decam. 7. (C) Ed è in uso ancora de' nostri lavoratori, che una massa di frasconi chiamano mora.
Mora - S. f. Frutto del moro, e del rovo; ma quella del rovo più comunemente si dice Mora prugnola. Mora pl. neut. lat. [Cont.] Cit. Tipocosm. 208. Il moro, e le more sue, e bianche e nere. = Cr. 5. 14. 5. (C) Le more son di due maniere; o agre, non perfettamente mature; o dolci, perfettamente mature. Pallad. 7. 16. Il sugo della mora agresta farai un poco scaldare, e bollire. G. V. 8. 82. 6. Nulla vi rimase a mangiare, avendo mangiato i cavalli, e pane di saggina, e di semola, nero come mora, e duro come smalto. Car. En. 3. 1021. (M.) Pascomi d'erbe, Di coccole, e di more, e di corgnali, E di tali altri cibi acerbi e fieri: Vita, e vitto infelice!

2. In prov.: Esser più lontano, o discosto da alcuna cosa che Gennajo, o che non è Gennajo dalle more; di cosa che difficilissimamente si può sapere o ottenere. Non più dell'uso. Ambr. Furt. 1. 3. (C) Ma quando di poi ei tenta questa faccenda, lo trova più discosto dal farlo, che Gennajo dalle more. Lasc. Sibill. 4. 4. Io mi pensava stassera di far nozze, e io vi son discosto più che Gennajo dalle more. Varch. Ercol. 233. Voi dite in un certo modo il vero, e in un altro ne siete più lontano che 'l Gennajo dalle more.

3. [Val.] † Una mora, per Niente. Pucc. Centil. 61. 67. Non curando i nemici una mora.

4. [Val.] Non valergli quattro more. Non giovargli nulla. Pucc. Centil. 49. 61. E fe' combatter Castel fiorentino, Ma non gli valse quattro more gelse.
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Vocabolario inverso (per trovare le rime): ricolora, scolora, addolora, deplora, implora, esplora, riesplora « mora (arom) » innamora, disinnamora, disamora, commemora, remora, dimora, mormora
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