Senilità di Italo Svevo (1898): L'intelligenza era ritornata ed egli, dimenticata l'osservazione fatta su quell'occhio, riebbe intera la speranza. Le disse ch'ella era stata molto male, ma che adesso — si capiva, — risanava. L'affetto che si sentiva in cuore traboccò e si mise a piangere dalla consolazione. Baciandola gridò che da allora sarebbero vissuti insieme uniti, uno per l'altro. Gli pareva che tutta quella notte tormentosa non ci fosse stata che per prepararlo a tale inaspettata felice soluzione. Poi ricordò tale scena con vergogna. Pareva a lui stesso di aver voluto approfittare di quel solo lampo di intelligenza in Amalia per quetare la propria coscienza.
Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): Il luogo non è mai bello per sé con quelle siepi mozze, con quella lunga cinta di camposanto che si accompagna alla strada, con quell'acqua morta che inverdisce nei fossi. C'era di più l'ora bigia e triste e la giornataccia che andava oscurandosi nella nebbia della bassa pianura. Di tristezza traboccò anche il cuore di Demetrio, che, dopo due giorni di scosse e di irritazione, nel punto che tiravano Cesarino dal carro, sentì al disotto dei vecchi rancori irrugginiti agitarsi un sentimento molle e fraterno di carità e di compassione.
Agnese, o la veglia di stalla di Cesare Cantù (1878): — Io non so darmi pace (così dice la Simona, vecchia impresciuttita e rubizza) di certuni, che queste cose non le vogliono credere. E in castello? Al tempo dei tempi vi stava un cavaliero, che aveva una moglie, ma delle belle che si potessero vedere con un par d'occhi. Ora, venuto geloso d'un bel paggetto, un giorno egli lo fece squartare, gli cavò il cuore, e bell' e fritto, quel cuore lo imbandì alla sua signora. Quando la signora se n'è occorta, si traboccò dalla finestra nella fossa. |