L'Isola dell'Angelo Caduto di Carlo Lucarelli (1999): Se alzò gli occhi al cielo fu solo in quel momento, per maledirsi meglio, e allora la vide quell'ombra accucciata sul muretto, quella sagoma curva contro il cielo blu e nero, segnata in alto da due sporgenze acuminate come corna o punte di ali. Subito ebbe paura, ma poi la riconobbe, raccolse un sasso dal sentiero e ringhiando: – Va' all'Inferno! – glielo scagliò dietro mentre l'ombra, veloce come un'ombra, drizzava le ginocchia e scappava via tra i cactus, le braccia aperte e alzate come un pipistrello, per non ferirsi con le spine.
Sulle frontiere del Far-West di Emilio Salgari (1908): La lampada cominciava a crepitare, segno evidente che ormai l'olio era terminato; perciò i quattro uomini e Minnehaha, temendo di trovarsi all'oscuro da un istante all'altro e col pericolo di mettere i piedi su qualche crotalo senza poterlo scorgere, si slanciarono attraverso il passaggio il quale conservava un'ampiezza sufficiente, quantunque salisse ripidamente e le sue pareti avessero, di tratto in tratto, delle sporgenze considerevoli.
Profumo di Luigi Capuana (1892): In alto, in cima alla roccia che scendeva a picco, si scorgevano, illuminati dal sole, i campanili, le cupole delle chiese, le facciate bianche e i tetti scuri di un gruppo di case affacciate proprio all'orlo del precipizio e quasi minaccianti di buttarsi giù; e - lucide macchie verdi - alberi e cespugli, bagnati dalla pioggia, arrampicati tra le sporgenze dei massi drizzantisi minacciosamente su la pianura. Non si capiva in che modo la carrozza avrebbe potuto salire lassù, tanto roccia, campanili, cupole e case sembravano vicini, da potersi toccare col dito. |