La Storia di Elsa Morante (1974): La quale, per le misteriose disposizioni dei suoi organi materni, non mancava nemmeno del latte necessario. Evidentemente, quel non troppo cibo che aveva mangiato lo aveva tutto distribuito fra il nascosto piccirillo e la sua provvista di latte. Quanto a lei medesima, rimase, dal parto, così smunta, da sembrare una cagna randagia che s'è sgravata in un angolo di strada.
L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): Ora capace di reggersi in piedi, Roberto si azzardò fuori del convento e a un certo punto vide sulla soglia di una casa contrassegnata con la croce verde che la dichiarava come luogo contagioso, Anna Maria o Francesca Novarese. Era smunta come una figura della Danza della Morte. Da neve e granata che era, si era ridotta a un solo giallume, seppure non immemore, nei tratti patiti, delle sue antiche grazie. Roberto si ricordò di una frase di Saint-Savin: “Continuate forse le vostre genuflessioni dopo che la vecchiaia ha fatto di quel corpo una fantasima, atta ormai a ricordarvi l'imminenza della morte?”
Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): «Tora! Tora!» chiamava infine, allungando l'ennesimo bocconcino alla gattina che subito correva in cucina. Per quanto avesse già preso peso e fosse ora avvolta da un pelo spesso e brillante, l'anziana continuava a vederla smunta: «Ma le date da mangiare? Intendo: per bene?». «Certo che glielo diamo! Mamma, per carità, smettila di viziarla o diventerà presto obesa» la sgridò Takeshi. La madre colse l'ansia nella voce del figlio (già la scuola, sei anni, la prima elementare!) e non replicò. |