Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Gennarino Mascarpone era dichiarato il Dio dei maestri di sala. Caterina Borrelli, maligna come una scimmia grassa, a cui rassomigliava un poco, fece cadere tutti i cavalieri e non ballò con nessuno; Federico Pietraroia arrivò a ballare con Elvira Brown; Eugenia Malagrida si rifiutò di portare in giro il cuscino, le dispiaceva di far cadere i cavalieri; Enrichetta era nervosa, perché uno dei piattelli delle steariche era scoppiato, la candela finiva; Matilde Tuttavilla parlottava con la signora Malagrida ora, spianando le sopracciglia per qualche cosa di sorprendente che la grossa signora le diceva.
I pescatori di trepang di Emilio Salgari (1896): Il suo viso rassomigliava più a quello d'una scimmia che a quello di un essere umano. La sua testa era schiacciata, la sua fronte depressa, il naso camuso, le mascelle sporgenti, gli orecchi larghi, gli occhi piccoli che scintillavano stranamente e una bocca così grande che gli fendeva più di mezzo viso.
L'alfier nero di Arrigo Boito (1867): Poi continuò: - Ma combattendo per la libertà dei negri, mi sono convinto che i negri non sono degni di libertà. Hanno l'intelletto chiuso e gli istinti feroci. Il berretto frigio non dev'esser posto sull'angolo facciale della scimmia. - Educateli - rispose una signora - e il loro angolo facciale si allargherà. Ma perché ciò avvenga non opprimeteli, schiavi, con la vostra tirannia, liberi, col vostro disprezzo. Aprite loro le vostre case, ammetteteli alle vostre tavole, ai vostri convegni, alle vostre scuole, stendete loro la mano. |