I Figli dell'Aria di Emilio Salgari (1904): — La Perla dei sapienti ha parlato una lingua che noi non possiamo capire, — disse in cinese. — Non deve stupirsi, perché noi eravamo stati incaricati dallo spirito divino che regna nel nirvana, di visitare i monasteri buddisti della Mongolìa e non già quelli del Tibet. In quattro siamo discesi dal cielo con diverse missioni e quello che doveva qui venire, non è ancora giunto.
Una voce di Federico De Roberto (1888): «Interrogate, o voi cui morde l'enimma, questa infinita natura, sempre varia ed identica sempre: forse intorno a voi purissime essenze aleggiano irrequiete, dolenti della vostra trascuranza; forse in ogni atomo vibra una vita che vuol esser compresa. «Interrogate, interrogate la storia, chiedete ad ogni religione la sua filosofia, aspirate ad un olimpo, ad un nirvana, ad un paradiso. Mille risposte si son date all'enimma, e chi sarà tanto ardito da dire: Io solo sono nel vero?
Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): Bastava guardare quella testa di donna per intuire lo spartito del vento, il fischio sinistro che anticipava il rivolgimento delle piante, dell'higan-bana che cresceva scarlatto, il fiore del Nirvana, il fiore dei morti; l'ortensia che era sfiorita e tornava cespuglio; l'infiorescenza bianca del fūsen-kazura, con i suoi frutti verdi che i bambini suonavano a mo' di campanelle. |