La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): Insalate di riso, pomodori al riso bruschettati dal forno, zucchine ripiene, parmigiana di melanzane. Era il crollo del dover Essere secondo le aspettative di Padre e l'instaurazione dell'Essere Come Si Vuole secondo il regno tollerante e amichevole di madre. Poi il Senso del mare si staccò da quella spiaggia, da quel porto, da quegli scogli, per ricostituirsi altrove su altre basi, con altri materiali, dentro paesaggi più aperti e solitari, più misteriosi, vitali. Più violenti, imperiosi, essenziali e maturi, come questo…
Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): Appesero lampade chōchin fuori dalla porta, come l'usanza voleva, perché gli spiriti non smarrissero il cammino e giungessero presto alla casa dei discendenti. Hana lavorò alacremente per ricreare cavalli e mucche da melanzane, cetrioli e stuzzicadenti («Cavalli per una rapida venuta, e buoi per un lento ritorno al mondo dei morti»); Yui riprese il libro di ricette della madre e impastò mochi e marmellata di fagioli facendone o-hagi, Takeshi si occupò di reperire i fiori e gli ingredienti per le offerte sugli altari di famiglia, il proprio e quello di Yui.
La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (2008): Alice si sentì mancare. Aveva sperato che fosse finita lì. Invece Fabio si alzò da tavola ed estrasse dal forno una teglia con due pomodori, due melanzane e due peperoni gialli, ripieni di una roba che sembrava carne trita mischiata con del pan grattato. La composizione di colori era allegra, ma Alice pensò subito alla dimensione esorbitante di quelle verdure e le immaginò, tutte intere com'erano, piazzate al centro del suo stomaco, come sassi al fondo di uno stagno. |