- In quella foto sei davvero lontanissimo, non puoi pretendere che ti riconoscano.
- Uno lontanissimo parente di mio padre era ammiraglio della Marina e, ogni volta che si recava nei paesi orientali, portava oggetti preziosi.
Non ancora verificati:- Ormai sei troppo avanti con gli studi, io sono lontanissimo, non potrò mai raggiungerti!
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Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (1962): Cominciai a camminare sull'orlo del pendio erboso, gli occhi fissi alla magna domus. Tutto spento, in casa Finzi-Contini, e sebbene le finestre della camera di Micòl, che davano verso mezzogiorno, non potessi vederle, ciò nondimeno ero certo che anche da quelle non trapelasse la minima luce. Giunto infine a dominare dall'alto il punto esatto del muro di cinta “sacro”, come diceva Micòl, “au vert paradis des amours enfantines”, fui assalito da un'idea repentina. E se fossi entrato nel parco di nascosto, scalando il muro? Da ragazzo, in un lontanissimo pomeriggio di giugno, non avevo osato farlo, avevo avuto paura. Ma adesso?
Ultimo Parallelo di Filippo Tuena (2007): Il tenente Evans, ancora molto provato dallo scorbuto ma ormai fuori pericolo, fece appena in tempo a salire sulla Terra Nova in procinto di partire per la Nuova Zelanda prima che il mare ghiacciasse nuovamente per l'approssimarsi dell'inverno antartico, recando con sé, Mercurio malandato e macilento, le lettere d'addio degli esploratori e quella di Oates, monumento funebre alle memorie della casa di Gestingthorpe scritto sull'altopiano polare all'interno di una tenda soffocante, memoria straziante di un mondo lontanissimo e ormai, per i cinque del Southern Party, irraggiungibile se non attraverso le immagini del ricordo e del rimpianto.
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): All'alba, riprendendo la via, si accorse che sull'opposto versante del vallone, a uguale altezza, c'era un'altra strada, e poco dopo vi scorse qualche cosa che si muoveva. Il sole non era ancora sceso fin laggiù e le ombre ingombravano le rientranze, impedendo di distinguere bene. Pure, affrettando il passo, Drogo riuscì a portarsi alla medesima altezza e constatò che era un uomo: un ufficiale a cavallo. Un uomo come lui finalmente; una creatura amica con cui avrebbe potuto ridere e scherzare, parlare della prossima vita comune, di cacce, di donne, della città. Della città che ora sembrava a Drogo relegata in un mondo lontanissimo. |