L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): Ebbi un pensiero di rivolta contro l'assolutezza della vita, che mi condannava a percorrere una Siberia sterminata di giorni e di notti prima di togliermi a questa amarezza: d'essere un ragazzino. Dall'impazienza, in quel momento, mi sarei perfino assoggettato a un lunghissimo letargo, che mi facesse attraversare senza accorgermene le mie età inferiori, per ritrovarmi, d'un tratto, uomo, pari a mio padre. Pari a mio padre! Purtroppo, io (pensai, guardandolo), anche quando mi farò uomo, non potrò mai essere pari a lui. Non avrò mai i capelli biondi, né gli occhi viola-celesti, né sarò mai così bello!
I Robinson Italiani di Emilio Salgari (1897): Infatti il marinaio era caduto in un profondo letargo, ma i colori gli erano tornati sul viso e la sua respirazione diventava sempre più regolare. Come era sfuggito alla morte?... Quale miracolo si era compiuto?... Albani, è vero, aveva operato rapidamente tentando tutti i mezzi conosciuti, ma non sempre efficaci, specialmente contro i morsi di quei terribili serpenti del tropico, che secernono un veleno dieci volte più potente di quello delle nostre vipere.
Nostalgie di Grazia Deledda (1914): Durante la gravidanza ella cadde in una specie di letargo morale; non le dispiaceva il suo stato, nonostante i suoi continui disturbi fisici, ma l'idea della maternità non la esaltava. Lungo l'inverno ella divorò una enorme quantità di romanzi, che suo marito le portava dalle biblioteche: stava ore ed ore accanto al caminetto mobile che Antonio aveva fatto collocare in uno dei salotti, sola e tranquilla. |