I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s'affacciò alla finestra, tenendo in collo un'altra bambina più piccola, viva, ma coi segni della morte in volto. Stette a contemplare quelle così indegne esequie della prima, finché il carro non si mosse, finché lo poté vedere; poi disparve. E che altro poté fare, se non posar sul letto l'unica che le rimaneva, e mettersele accanto per morire insieme? come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato.
Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Luigi Pirandello (1925): La povera Sesè, forse, non sa neppur lei che cosa vorrebbe. Forse, certi giorni, insieme col padre, vorrebbe che fosse domani; cert'altri giorni proverà il più acerbo dispetto nel sentirne fare qualche accenno velato ai genitori. Perché certo questi, con le loro indegne scenate, debbono averle strappate tutte le illusioni, tutte, tutte, a una a una, mostrandole attraverso gli strappi le crudezze più nauseose della vita coniugale.
Anime oneste di Grazia Deledda (1905): — È inutile, — diceva Paolo, rosso in viso, finché tu non mi darai una ragione, una prova che dica: Gonario Rosa è indegno di entrare nella nostra famiglia, io non ti ascolterò. Se gli nutri dell'antipatia o magari dell'odio è un altro par di maniche. Sono stupidaggini indegne di te. Alla fine non sei più un ragazzo, e devi capire che i mariti come Rosa non si incontrano ad ogni cantonata. Cosa diavolo ti ha fatto? Nessuno ne parla male; solo tu, chi sa perché. Ma non è giusto, vivvadio, che tu sacrifichi l'avvenire di tua sorella per un'antipatia personale. |