Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): Quella sera Yui guidò verso Tōkyō, sull'autostrada sgombra. Si infilò nell'abitato di Kichijōji e poi di Mitaka che ormai era notte fonda, il kombini a illuminare un rettangolino di strada, i fitti ciliegi del viale del Comune di Musashino-shi, il centro anziani, la palestra. Tutto dormiva, come sotto l'incantesimo di una fata.
Il Re del Mare di Emilio Salgari (1906): Tangusa, che teneva la barra e che, come abbiamo detto, conosceva a menadito la baia, guidò la Marianna in modo da tenerla lontana dai fuochi che ardevano presso le scogliere e che dovevano dominare gli accampamenti dei nemici, poi con un'abile manovra la spinse dentro un canale piuttosto stretto che s'apriva fra la costa ed un isolotto, senza che alcun grido d'allarme fosse partito né da una parte né dall'altra.
Cenere di Grazia Deledda (1929): «In quest'ora dolorosa della mia vita, mentre gli avvenimenti mi spingono a disperare di tutto e di tutti, e specialmente di me stesso, la sua figura, padrino, la sua figura onesta e buona mi guida ancora, come mi guidò fin dal primo giorno che La conobbi; e mi fa ancora credere che esista la bontà umana. E il dovere della riconoscenza verso di Lei mi anima ancora a vivere, mentre la luce della vita mi manca intorno.... Altro non so dirle: ma l'avvenire Le dimostrerà meglio i miei sentimenti, e, spero, non le permetterà di pentirsi di avermi fatto del bene. |