Il cappello del prete di Emilio De Marchi (1888): E mentre andava pensando al modo di fargli un poco di funerale e alle parole che doveva scrivere al barone per dargli la ingrata notizia, venendo su molle molle per lo stretto sentiero, vide sul terreno l'ombra del suo cappello sbattuta dal sole e si fermò. Girò un poco il capo per far giocare l'ombra in terra e gli parve che non fosse l'ombra solita, voglio dire quella che da tanti anni lo accompagnava nelle sue passeggiate al sole.
L'Isola dell'Angelo Caduto di Carlo Lucarelli (1999): Il comunista si allontanò dal muro per riportare la conversazione a un socialista che si era appena staccato dal tedesco e si copriva il volto col cappello, cercando di fumare contro vento. Valenza tornò al cielo fuori dalla finestra e lasciò che il vento gli ghiacciasse i denti, scoperti appena da un accenno di sorriso. Pensò "vedrai", annuendo deciso, "vedrai", ma non riuscì a pensare altro, perché una mano pesante come una zampa gli schiacciò la spalla e lo girò di forza. Mazzarino lo guardava con gli occhi stretti, le narici dilatate e curve, da cinghiale.
I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): “Eh! eh! che novità è questa?” disse don Abbondio. “Chi è quel prepotente,” disse Renzo, con la voce d'un uomo ch'è risoluto d'ottenere una risposta precisa, “chi è quel prepotente che non vuol ch'io sposi Lucia?” “Che? che? che?” balbettò il povero sorpreso, con un volto fatto in un istante bianco e floscio, come un cencio che esca del bucato. E, pur brontolando, spiccò un salto dal suo seggiolone, per lanciarsi all'uscio. Ma Renzo, che doveva aspettarsi quella mossa, e stava all'erta, vi balzò prima di lui, girò la chiave, e se la mise in tasca. |
- Il 7 dicembre 2013, il quotidiano La Repubblica, in un articolo sulla morte di Edouard Molinaro, autore dei primi due capitoli de "Il vizietto", per il primo dei quali ricevette anche due nomination, scrive: "I suoi primi passi nel cinema furono con i cortometraggi (ne girò una ventina autoprodotti) e poi con i documentari. Scelse il noir, ma sempre nel solco della Nouvelle Vague, per i suo primo lungometraggio, Le dos au mur del 1958".
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