Nave, Naviglio, Vascello, Bastimento, Fregata, Corvetta, Goletta, Galera, Fusta, Brigantino, Cocca, Tartana, Scialuppa, Caracca, Gazzarra, Gabarra, Feluca, Saettìa, Barca, Barbotta, Saìca, Burchio - Nave e bastimento sono generici, dicono ogni sorta di naviglio: ma nave assai grossa sempre; bastimento, e grosso, e mezzano, e piccolo. Nave però n'è anche una specie; è grosso bastimento a tre alberi, con vele quadre; dicendo nave soltanto, è la mercantile; dicendo nave da guerra può essere vascello, fregata o corvetta, grossissime navi, a tre alberi, il primo di tre ponti, la seconda di uno e mezzo o di due, la terza di un solo. Goletta, sottile e leggera nave da guerra, o per meglio dire, da corso, a cui riesce speditissima, per l'apposita sua costruzione; ha pochi cannoni, due, quattro o poco più; serve a portare avvisi: le navi a vapore le renderanno forse da qui innanzi inutili a tal uso. Galera era l'antica nave da guerra; spinta e dal vento nelle vele, e da grande quantità di remi; ora fuor d'uso. Barca è generico; dicesi più di quelle da fiumi; è larga, piatta, di forma poco svelta, che è la bellezza ne' bastimenti, si carica di grosse merci, e di legna o carbone e simili. Scialuppa è grosso battello o lancia per servizio delle grosse navi e vascelli. Brigantino è bastimento a due alberi, di mediocre grandezza, mercantile. Tartana è a un di presso ciò che il brigantino, ma forse più piccola e meno leggiadramente costrutta; la feluca è più piccola della tartana; ha uno o due alberi con vele triangolari; mercantile essa pure. Ma questi nomi, forme, grandezze, usi de' bastimenti, variano secondo i diversi porti di mare delle diverse nazioni. I nomi qui appresso sono più storici che altro; perchè queste specie di bastimenti ora non sono più usati; li registro soltanto per intelligenza di chi li riscontrasse nelle storie per l'appunto.
«Fusta, nave leggera, con poppa quadra a tre alberi. Si usava specialmente come barca scorridora ed esploratrice. Brigantino, bastimento non grande, leggero, piatto, aperto. Cocca non è più d'uso: valeva nave grossa da guerra. Caracca, voce pure fuor d'uso: pare che fosse nave grossa da merci. Gazzarra, pare che fosse barca da fiume a servizio di armamento: ma forse avrà senso più generale. Saettìa, par che abbia nome dalla velocità. Barbotta, nell'uso lombardo, è barchetta scoperta senza timone, da trasportare roba o gente dall'una all'altra riva d'un fiume. Saìca, nave turca, per mercanzie, con vele quadre all'albero di mezzo. Burchio, barca da remo, e tirata all'alzaia (1), coperta, per lo più da fiume: serve a trasportare merci e viaggiatori; e di dentro, per meglio servire a quest'uso, suole avere forma di camera». Romani.
Gabarra sentii dire a Genova un bastimento a tre alberi, grosso quasi quanto una nave mercantile; ma di men bella forma: da merci essa pure.
(1) Tirare all'alzaia, è tirar barche con una corda su pe' fiumi, contro acqua. [immagine] |
Gazzarra - S. f. Strepito guerriero di voci o di bellici strumenti. (Fanf.) Aff. a Gaudeo e a Gavazzare; e suono imit. G. V. 7. 75. 3. (C) E il seguente dì giunse l'ammiraglio del Re d'Araona con sua armata su per lo Fare, menando gran gazzarra e trionfo. M. V. 1. 42. Il di seguente con gran gazzarra ne menarono i prigioni e la preda a Foggia. E 4. 30. E con grande festa e gazzarra questa utile preda al bisogno della loro città misono in Messina. Segn. Stor. 2. 38. Quivi rappresentavano colle gazzarre… un'apparenza d'un vero fatto d'arme. Varch. Stor. 9. 228. Allora l'artiglieria, di nuovo sparata, cominciò a fare una lieta e spaventosa gazzarra.
2. Per simil. di persone che contendono. Cecch. Stiav. 3. 8. (Mt.) l'voglio ir su A veder s'io la posso (che nol credo) Pacificar prima che giunga qua La stiera de' fratelli a far gazzarra.
3. (Ar. Mes.) Gazzarra dicesi da' Razzai lo Sparo di molti fuochi artifiziali, che fanno strepito grande tutto in un tempo. [Camp.] G. Giud. A. VII. Assai fu solenne la festa e la gazzarra che furo fatte per la venuta di Paris da tutto lo universo populo di Troja. – Gazara sta nel Ms.: nel quale di rado si raddoppiano le consonanti. = Vasar. Vit. v. 11. p. 219. lin. 2. (Gh.) Il medesimo fanno li scoppii, i quali, stando legati a quelle parti ferme della girandola, fanno bellissime gazzarre. Segn. Stor. 5. 151. (C) Con una furia d'artiglierie, di gazzarre, che, sparate a un tratto, facevano risonare tutta l'aria, se ne tornò trionfante. Buon. Fier. 3. 5. 3. (M.) Che giunti 'n porto soglion far gazzarra. E Salvin. Annot. ivi. (Mt.) Gazzarra, salva di mortaletti, che noi chiamiamo masti… T. Casotti, Lett. Gazzarra di mortaletti. |