Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi (1994): Quel sabato uscì sul “Lisboa” la traduzione dell' Ultima lezione di Alphonse Daudet. Alla censura avevano lasciato passare tranquillamente il pezzo, e Pereira sostiene di aver pensato che in fondo si poteva scrivere viva la Francia e che il dottor Cardoso non aveva ragione. Anche questa volta Pereira non firmò la traduzione. Sostiene che lo fece perché non gli sembrava bello che il direttore di una pagina culturale firmasse la traduzione di un racconto, avrebbe lasciato capire a tutti i lettori che in fondo la pagina la faceva lui, e questo gli dava fastidio. Fu una questione d'orgoglio, sostiene.
Annalena Bilsini di Grazia Deledda (1927): Altri evviva; poi venne in tavola il calamaio di famiglia, con dentro l'inchiostro pallido per vecchiaia ed abbandono, e sulla cartolina con la chiesa del paese furono scritte le firme: prima di tutte quella di Urbano, che in quanto a calligrafia poteva dar dei punti al parroco; poi quella barcollante di Annalena, e via via le altre; per lo zio firmò Giovanni; anche i bambini vollero fare una croce; ed infine fu invitata Gina, ma ella rifiutò.
Una Burla Riuscita di Italo Svevo (1926): Fu così che Mario firmò le due copie del contratto. Egli, alcuni giorni dopo, doveva riaverne una munita della firma dell'editore. Intanto però gli consegnavano l'assegno ch'equivaleva ai denari (come il Gaia spiegò): una tratta a vista della ditta Westermann all'ordine di Mario su una Banca di Vienna. |