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Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
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Informazioni di base |
La parola diceria è formata da sette lettere, quattro vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: di-ce-rì-a. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con diceria per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Andrea entrò sotto il portico. In fondo a lui, la vanità godeva di quella diceria già sorta. Egli ora si sentiva più sicuro, più leggero, quasi lieto, pieno d'un intimo compiacimento. Le parole del Grimiti gli avevano d'un tratto sollevato gli spiriti, come un sorso d'un liquor cordiale. Mentre saliva le scale, gli cresceva la speranza. Giunto avanti alla porta, aspettò per contenere l'ansia. Suonò. Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Annina Pescara confidò subito la notizia a Ida Torelli, la diceria circolò a voce sommessa. La discussione era: la vice-direttrice può conservare il suo posto, maritandosi? Le ausiliarie, secondo il regolamento, non potevano; ma il regolamento si estendeva alla direttrice e alla vice-direttrice? Chi opinava di sì, chi negava. La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): E lo fa regolarmente, tranne che su se stesso. Gira voce che abbia fatto avere l'incarico di tedesco alla sua amante. È il minimo che ci si possa aspettare da un barone. La deferenza con la quale la Boccacci viene trattata dagli assistenti di molteni avrebbe avvalorato la diceria, ma Ivo Brandani è uno studente e queste cose agli studenti non vengono dette. |
Libri |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per diceria |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si può ottenere: dicerie. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: dici, dica, dirà, ieri, cera, cria. |
Parole con "diceria" |
Finiscono con "diceria": sudiceria. |
Parole contenute in "diceria" |
eri, ria, ceri, dice. Contenute all'inverso: ire. |
Incastri |
Si può ottenere da dica e eri (DICeriA); da dia e ceri (DIceriA). |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "diceria" si può ottenere dalle seguenti coppie: dima/maceria, dicesi/siria, diceva/varia. |
Usando "diceria" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: giudice * = giuria; * riandò = dicendo; condi * = conceria. |
Cerniere |
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "diceria" si può ottenere dalle seguenti coppie: predice/riapre. |
Usando "diceria" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * predice = riapre; riapre * = predice. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "diceria" si può ottenere dalle seguenti coppie: dicendo/riandò. |
Usando "diceria" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * maceria = dima; conceria * = condi; * siria = dicesi; * varia = diceva; giuria * = giudice. |
Sciarade e composizione |
"diceria" è formata da: dice+ria. |
Intarsi e sciarade alterne |
"diceria" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: dici/era. |
Quiz - indovina la soluzione |
Definizioni da Cruciverba: Corrono nelle dicerie, Dicesi di pressione in un fenomeno di scambio tra liquidi, Lo si fa dicendo In bocca al lupo, Dicevano: Ave Caesar, morituri te salutant, Si dice dopo un errore. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Diceria, Arringa, Dicerie - Arringa è discorso pubblico di materia civile. - Diceria, nell'uso presente, è discorso, o pubblico o no, ma lungo, stucchevole e spesso pedantesco. - Dicerie in plurale sono discorsi vani o calunniosi che si fanno tra la gente contro alcuno. - «Non temo le dicerie de' malevoli.» [immagine] |
Concizione, Diceria, Arringa, Orazione, Discorso, Ragionamento - La Concione è d'argomento civile e si fa al popolo adunato in pubblico luogo: e si fa, o per muoverlo a fare una cosa, o per distoglierlo dal farla. - La Diceria è pure fatta al pubblico; ma può trattare qualsivoglia argomento. - L'Arringa si fa nelle assemblee da coloro che ne fanno parte, col fine di persuadere i compagni, o pro o contro una proposta fatta. Tutte e tre queste voci sono dello stile sostenuto; e la prima assolutamente storica. La seconda e la terza nell'uso comune si usano, ma scherzevolmente. - Orazione è discorso grave, fatto con apparato d'eloquenza, in occasioni solenni, o per difesa della innocenza, ecc. - In generale sotto questa voce si comprende nell'uso anche l'Arringa. - Il Discorso è generico, e nell'uso è comprensivo delle prime tre voci aliene dall'uso comune. - Il Ragionamento è un poco più solenne del Discorso, e si fa col proposito di persuadere gli ascoltatori per via di raziocinio. Discorso e Ragionamento possono non esser detti al cospetto del pubblico, ma solo fatti pubblici per istampa. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Aringa, Concione, Sermone, Predica, Orazione, Discorso, Diceria, Dissertazione - Aringa, discorso in pubblico fatto con intendimento di esaltare, di commuovere; l'aringa ha da essere concitata, perché di solito con essa si parla al popolo. Concione è voce storica; vale aringa in tuono e in modi alquanto più gravi. Sermone è ragionamento morale-religioso; e perciò quasi con ironia diciam sermone ad ogni modo di ragionamento serio che ci venga fatto per ammonirci o riprenderci; ha per dim. sermoncino. Sermone è un genere di poesia famigliare che tien dell'ironia e della satira; è meno virulento di quest'ultima. Orazione è discorso declamato o letto, ma composto con apparato appunto oratorio. Diceria è discorso lungo, slombato, intricato, noioso. Discorso è la specie di tutti questi generi: dicesi in questo senso per significare breve e piano discorso su argomento sacro o panegirico: discorso della Madonna, di s. Antonio, ecc.
«La dissertazione è grave, scritta, meditata, di genere erudito e scientifico; più disputativo o dogmatico o dichiarativo, che oratorio ed ornato». Tommaseo. Predica è sermone alquanto concitato su qualche punto di morale o di religione: alla predica sulla morte, sul giudizio, sull'educazione de' figliuoli, lo stile pacato de' sermoni pare non le convenga. [immagine] |
Ragionare, Raziocinare, Argomentare, Arguire, Sillogizzare, Discorrere; Ragionamento, Diceria, Raziocinio, Argomentazione, Argomento; Razionale, Ragionevole - Si ragiona discorrendo assennatamente; ma non poche volte però si discorre all'impazzata, celiando, e non si ragiona proprio; e molte altre volte volendo e discorrere e proprio ragionare, si sragiona perchè si parte da falsi principii. Raziocinare è fare qualche parziale raziocinio che può essere giusto e conseguente, ma peccare in massima; così raziocinava il Topo ragionatore del Clasio, che raziocinatore meglio potrebbe dirsi; il quale di raziocinio in raziocinio se ne andò difilato in bocca al gatto, credendo che questi non dovesse mangiarlo perchè era tempo di quaresima. L'argomentare delle scuole è discorrere e ragionare su qualche argomento, ma colle norme che la logica dà e insegna: l'argomento logico ha da avere la maggiore, la minore, la conseguenza: tre lati eminentemente vulnerabili; egli è per ciò che opponendo argomento ad argomento si spreca il fiato o la carta, si perde il tempo, nè mai si conclude nulla: argomentare poi è affinissimo ad arguire quando da qualche indizio o ragione si trae argomento, s'argomenta di credere una qualche cosa; l'arguire è proprio un vedere o una conseguenza del vedere, se non cogli occhi materiali del corpo, con quelli della mente; ma sì questi che quelli puonno andar soggetti ad illusione, ad inganno. Sillogizzare è lo stesso che argomentare; sillogismo, è voce greca che viene da syn insieme, e da logos discorso o ragione, e vale lo stesso che argomento. Di tutte le forme d'argomento il dilemma è la più facile a ridursi al nulla. Aveva Protagora sofista insegnato a Evatlo suo discepolo l'arte propria, a questa condizione, cioè, di essere pagato se avesse vinta la sua prima causa davanti al senato; ma al discepolo pare che non si presentassero sì tosto clienti, onde il maestro lo citò in giudizio, dicendo: o tu vinci la causa contro di me, e mi devi pagare perchè così vuole il patto fermato tra di noi; o la perdi, e mi pagherai per sentenza de' giudici; ma il discepolo fece tale risposta: o perdo la lite, e a norma del nostro patto non ti devo mercede; o la guadagno, e la sentenza mi dispenserà dal pagarti. Ecco come si può distruggere quasi sempre il valore del dilemma. L'argomentazione è o dovrebb'essere una catena d'argomenti uno dall'altro dedotti; ma riesce più sovente un'insulsa diceria se il soggetto del discorso non è di per sè importante, o se chi argomenta non ha forza sufficiente d'ingegno o di logica da stringere con forti e incontrastabili ragioni. Il raziocinio è una specie di ragionamento che fa l'uomo fra sè e sè; non di rado è fallace, perchè egli non contempla che gli elementi che stanno in lui o dà troppo facilmente ascolto alla voce del proprio desiderio. Razionale dicesi la filosofia che sulla ragione sola s'appoggia; ragionevole l'uomo perchè dotato della ragione, e così appellasi ogni azione sua quando per la ragione è retta e sta nei limiti dell'onesto e del giusto. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Diceria - [T.] S. f. Discorso, per lo più, non breve, detto di viva voce; poi anche scritto e stampato. Nel senso di Arringa, senza biasimo nè scherno. (Pallav. Vit. Aless. VII. l. 4. c. 8. (Vian.)) † G. V. 10. 50. 1. (C) È inusit. Ma nel seg. comincia già a suonare biasimo. Amm. Ant. 11. 3. 8. La troppo composta dicería ha molto del vôto, e più suona che non vale. T. La dicería, anco che non sia in tutto vuota, ha del rettorico, sente d'artifizio più o meno stucchevole. Un discorso accademico, una predica, un articolo di giornale, uno sproloquio filosofico, può essere Diceria.
Di qualsiasi lungo dire, sia con troppo artifizio, sia con troppo poca arte. Bern. Orl. 1. 29. 40. (C) Stette ad udire attento il Paladino Di colui quella lunga dicería. In senso faceto. Fag. Pros. p. 1. (Vian.) Io debbo montare in cattedra, salire in bugnola… con una dicería piacevole? † Far la dicería a' porri, Quel che più comunem. Predicare a' porri. Parlare indarno a chi non sa o non vuole intendere. Buon. Fier. 2. 2. 10. (C) (Forse dallo stare i porri col capo all'ingiù.) 2. Il troppo discorrere intorno a pers. o a cosa, quel che dicesi anco Un gran dire, Un dire. Nov. ant. 54. 12. (C) La gente di Roma, e d'altronde, ne tennero grande dicería (ne favellarono assai). In questo modo non com. Tav. Rit. Noi non abbiamo temuto dicería di dame nè di pastori, nè d'altra gente che ci 'mpauravano. 3. Più com. il plur. in senso di biasimo, segnatam. quando trattasi di maldicenze e di molti. Aff. a Dicterium, ch'è in Varr. – Red. Ditir. 12. (C) Ma si restin col mal die Sì profane diceríe. Segner. Pred. 8. 3. (Man.) Subito i maligni alle diceríe, subito alle rampogne. E 32. 9. Senza temere le diceríe del popolo, lo sdegno degli amanti, i motteggiamenti delle rivali, chiede con lagrime di amarissima contrizione il perdono delle sue colpe. |
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Parole di sette lettere: dicemmo, dicendo, dicente « diceria » dicerie, dicesse, dicessi |
Vocabolario inverso (per trovare le rime): maceria, focacceria, stracceria, pellicceria, pasticceria, rosticceria, bambocceria « diceria (airecid) » sudiceria, oreficeria, camiceria, smanceria, tranceria, conceria, merceria |
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