Senilità di Italo Svevo (1898): Emilio pensò che la sua sventura era formata dall'inerzia del proprio destino. Se, una volta sola nella sua vita, egli avesse avuto da slegare e riannodare in tempo una corda; se il destino di un bragozzo, per quanto piccolo, fosse stato affidato a lui, alla sua attenzione, alla sua energia, se gli fosse stato imposto di forzare con la propria voce i clamori del vento e del mare, egli sarebbe stato meno debole e meno infelice.
Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro (1901): S'era dovuto modificare il programma della serata. Non si cominciava più con la conferenza, si cominciava con la musica, per causa del maestro Bragozzo, il quale, fiutato in aria l'odor di ballo, aveva dichiarato netto a Carlino di non voler far udire il promesso atto della sua opera inedita dopo la conferenza, quando tutti sarebbero stati impazienti di ballare. E per la musica non c'era da uscire della villa perché il maestro preferiva quella piccola sala alla grande sala della Foresteria: pochi uditori ma scelti!
La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): La giornata era torbida e fosca. Pareva che una sola nube distesa e niente minacciosa offuscasse il cielo. Dal porto tentava di uscire a forza di remi un grande bragozzo le cui vele pendevano inerti dagli alberi. Due soli uomini vogavano e, con colpi innumeri, arrivavano appena a muovere il grosso bastimento. Al largo avrebbero trovata una brezza favorevole, forse. |
- Il 4 gennaio 2014, il quotidiano La Repubblica, in un articolo sulla laguna di Venezia, labirintica, misteriosa e ancestrale, scrive: "L'uomo che ve la farà scoprire si chiama Mauro Stoppa. Da anni vive sul suo bragozzo da pesca Eolo, varato nel '46".
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