Rabbuffo, Rimprovero, Improperio, Lavata di capo, Rimbrotto, Rimbrottolo, Riprensione, Ripresa, Ripiglio, Raffaccio, Rampogna, Biasimo - Rabbuffo è sgridata solenne, e importa qualche volta l'idea di pigliare per l'abito chi così si sgrida, scuotendolo e malmenandolo, non però sempre; il rabbuffo, come si vede, è rimprovero energicamente formolato; è lavata di capo sonora se è fatta con molte parole e con un alzare di voce che passi il tuono comune; nel rimprovero però puonno le parole non essere altro che la forma per cui si redarguisce chi ha fallato, onde veda l'errore suo e se ne corregga; nella lavata di capo, le forti, le molte parole e il tuono loro sono parte, e talvolta tutto il castigo: v'hanno de' genitori che pare non sappiano altrimenti castigare i loro figli, che col fare loro di solenni lavate di capo, ma poco fruttano: i rimproveri puonno essere dolci, e se fatti con prudenza saranno più frequentemente salutari. L'improperio non dovrebb'essere in bocca di nessuno; è, come suona, improprio, perchè contiene insulto e villania: la rampogna è biasimo non solo espresso a fine di correggere il fallo, ma per fare onta e vergogna a chi ha mancato; se troppo pungente ed acerrima non adegua lo scopo, perchè irrita senza persuadere, abbatte l'animo invece di eccitarlo a far meglio. La riprensione è un più mite rimprovero, e per conseguenza per cosa di minore importanza; il raffaccio invece è rimprovero più diretto, ostile, ad hominem, ad rem; v'ha chi raffaccia (o rinfaccia) il benefizio, ed è atto vile; v'è chi raffaccia non la colpa, ma la disgrazia, ed è atto disumano e disonesto, ingiusto. Ripiglio può significare rimprovero in senso di riprendere le parole e le cose dette o fatte da altri e rimbeccarle e trovare loro a ridire; ma riprendere dice bene la cosa, ed è di uso più generale, per lo che lascierei a ripigliare il senso che ha, di rispondere e tornare a dire per non lasciare finire il discorso e la questione. Il rimbrotto è il solito rimprovero di chi brontola e non osa o non usa alzare la voce onde parlare chiaro e forte; rimbrottolo ne è diminutivo e forse ripetitivo. [immagine] |
Detrattore, Calunniatore, Calunnioso, Ingiuratore, Ingiurioso, Maldicente, Maledico, Mordace, Mormoratore, Satirico, Caustico; Maldicenza, Mormorazione, Biasimo, Detrazione, Ingiuria - Detrattore, chi toglie o cerca togliere dall'altrui fama, con parole e detti nocivi. Calunniatore è chi sparge o va insinuando accuse o imputazioni non vere contro il prossimo: calunnioso è chi ha l'abitudine di calunniare; detto calunnioso è quello che racchiude calunnia. Il mormoratore si compiace in dir male del prossimo, palesando i suoi difetti, peccati o debolezze; nè vale la scusa che siano veri i fatti riferiti, perchè la carità vuole che si tiri un velo sui difetti dei nostri fratelli: mormorare è proprio susurrare all'orecchio, o dire in ristretta brigata. Il maldicente dice male a dritto e a rovescio, purchè sfoghi il mal prurito della lingua e trovi pascolo a parlare a spalle altrui: dice male per abito e forse non con idea risoluta di pregiudicare, abbenchè a ciò riesca sovente. Il maledico dice male proprio per rea natura che a ciò lo spinge, o per vendetta, per astio, per atra bile, per una fatale compiacenza. Mordace è chi punge e lacera, chi non la perdona se gli viene il bello; lingua mordace è quella del maldicente di professione, se va al vivo nel tagliare addosso i panni al prossimo: mordaci sono molti nelle risposte, se un buon uomo, con una sua domanda un po' semplice, loro ne presta argomento. Caustico è chi non sa parlare se non punge, se non mette nelle parole sue un poco di quell'acrimonia che fa frizzare e dolere: la causticità proviene da un tetro umore, per cui, non contenti di noi nè degli altri, pare che di tutti abbiamo diritto o cerchiamo pretesto di vendicarci: il caustico ferisce a ogni tratto con leggere punture; il mordace lo fa più di rado, ma incide profondamente e fa sanguinare la piaga: la lingua del primo è proprio un corrosivo, un caustico; quella del secondo, uno scalpello anatomico: quegli è un ammalato che tormenta chi gli sta vicino; questi un maniaco che percuote, ferisce, morde. Satirico è veramente, o dovrebb'essere chi punge e flagella il vizio in genere: molti però trovan maggior diletto, reo diletto per certo, a frammischiare nelle satire loro sfrontate personalità. Ingiurioso si dice di detto, proposta, atto, pensamento, che sia tale. Ingiuriatore è chi dice o fa ingiuria: vorrebbe anche dire chi è solito a fare ingiuria; ma in questo senso non si userebbe mai, perchè, chi torrebbe su di sè impresa tale? e poi non la durerebbe tanto da rendersi meritevole di questo titolo, poichè troverebbe chi lo farebbe desistere dal vezzo villano. Il biasimo giustamente applicato può riuscire giovevole. La mormorazione è peccato contro la carità, poichè svela cose che, segrete, sarebbero state come non esistenti, con minor danno e minore scandalo. La maldicenza è peggiore della mormorazione, poichè quando non ha da pascersi sul vero, argomenta, congettura, inventa. La detrazione fatta per lo più di soppiatto, e con animo deliberato di nuocere, è sempre un'infamia, un'azione vile. L'ingiuria almeno è palese, affronta e s'espone coraggiosamente a ricevere il fatto suo: qui parlo d'ingiuria in parole o in atti. [immagine] |