Resurrezione di Elena Di Fazio (2021): Il dottor Philippe Villiers – francese, a giudicare dal nome– indossava i bermuda sotto il camice e minuscoli occhiali da sole dalla montatura tonda. Era alto un metro e sessanta scarso e aveva la testa rasata a zero. Il suo studio personale si trovava al terzo piano, dove i due segretari alla reception del centro sanitario avevano indirizzato Aurora. Le avevano spiegato che Villiers era il medico capo del KEIRI e che neppure un'aspirina sarebbe uscita da lì senza la sua autorizzazione. Poi le avevano indicato la strada ed erano tornati a lanciare lattine di Lem-Cola accartocciate in un canestro da basket portatile.
Il colibrì di Sandro Veronesi (2019): Marco glielo chiede, un giorno, le chiede: “Ti rendi conto Miraijin che qualunque cosa ti provi a fare ti riesce subito bene? Come fai?” E la risposta è: “Guardo come fa il mio insegnante.” Dunque quel corpo predestinato che tutti vorranno imitare è così carismatico perché sa imitare gli altri corpi. Tutto compreso nel proprio ruolo di mentore, Marco si mette a fare degli esperimenti: ecco che le fa vedere ogni giorno il basket NBA alla televisione, ed ecco che, dopo una settimana, consegnatole un pallone da basket, la bambina è in grado di replicare alla perfezione i movimenti dei giocatori – finte, piede perno, terzo tempo – senza nemmeno conoscere le regole di questo sport.
Le rondini di Montecassino di Helena Janeczek (2010): «Guarda, papà, che anche se quest'anno a basket stiamo vincendo, per me potete pure mandarmi a una media normale, non c'è problema.» |