Ahi, Giacometta, la tua ghirlandella! di Antonio Beltramelli (1921): La seguii e la vidi scender le scale; e la vidi andarsene per il Borgo dei Cotogni, rullando come una nave a mare morto. Poi si fermò a parlare con qualcuno che non riconobbi. Due monelli le fecero i versarci e un cane, un vecchio cane filosofo, le annusò l'ampissima gonna poi, posato su tre gambe, lasciò piovere sulla medesima un ingeneroso ricordo. Il mio demone si dichiarò soddisfatto; ma io non ne avevo colpa, posso giurarlo.
La Storia di Elsa Morante (1974): Quelle ore solitarie di Useppe furono, seppure raramente, interrotte da qualche visita inaspettata. Un giorno fu un gatto striato, così magro da sembrare un fantasma di gatto, il quale tuttavia, con la forza della disperazione, riuscì a sfondare la carta che sostituiva il vetro della finestra, e a penetrare nello stanzone in cerca di cibo. Naturalmente, i topi, al suo arrivo, evitarono d'affacciarsi; e Useppe non aveva altro da offrirgli che un avanzo di cavoli bolliti. Ma colui, per quella particolare superbia aristocratica che i gatti conservano pure decaduti, annusò l'offerta e, senza degnarsi di assaggiarla, se ne andò a coda ritta.
Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): Il letto gli fornì la prima sorpresa. Dopo essersi inginocchiato per guardare sotto, vide una Beretta 92S 9mm fissata sotto la rete con un pezzo di nastro adesivo, con il calcio rivolto verso l'esterno, pronta per essere afferrata al volo. La prese e controllò il caricatore. Carica e con il colpo in canna. Annusò l'arma ma non gli parve che fosse stata usata di recente. Si dispose a segnarsi sul taccuino il numero di matricola ma lo scoprì cancellato con l'acido. La rimise come l'aveva trovata e iniziò a frugare nell'armadio. |