Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello (1904): Mi mandarono dapprima due gattini così miseri che si spaventarono subito di quegli enormi topi, e — per non morir di fame — si ficcavano loro nelle trappole, a mangiarsi il cacio. Li trovavo ogni mattina là, imprigionati, magri, brutti, e così afflitti che pareva non avessero più né forza né volontà di miagolare.
I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): “Come!” riprese, con voce non meno severa, il cappuccino. “Ardiresti tu di pretendere ch'io rubassi il tempo a questi afflitti, i quali aspettano ch'io parli loro del perdono di Dio, per ascoltar le tue voci di rabbia, i tuoi proponimenti di vendetta? T'ho ascoltato quando chiedevi consolazione e aiuto; ho lasciata la carità per la carità; ma ora tu hai la tua vendetta in cuore: che vuoi da me? vattene. Ne ho visti morire qui degli offesi che perdonavano; degli offensori che gemevano di non potersi umiliare davanti all'offeso: ho pianto con gli uni e con gli altri; ma con te che ho da fare?”
Sino al confine di Grazia Deledda (1910): Francesco a sua volta riceveva qualche malato. La stanza da pranzo si trasformò in un ambulatorio; ma i malati, quasi tutti paesani poveri, afflitti dal tracoma e dalla congiuntivite doppia, avevano un aspetto ben diverso da quello dei malati che Gavina aveva conosciuto a Roma. Non aprivano bocca se non interrogati; e mentre le donne, col capo avvolto da bende nere, si accovacciavano per terra, melanconiche e taciturne come schiave cieche, gli uomini anche i più miseri conservavano un aspetto dignitoso e fiero; alcuni ricordavano Sansone dagli occhi forati, e come lui pareva meditassero una vendetta grandiosa. |