Pena di vivere così di Luigi Pirandello (1920): – Dio mio! Dio mio! – torna a gemere la signora Léuca, coprendosi con le mani il volto. – Il male che si fa… Il male che si riceve… E così con le mani sul volto, rivede a questa considerazione l'immagine d'un vecchio pastore inglese incontrato ad Ari, in Abruzzo, quell'estate che v'andò a villeggiare, in quell'antica pensione inglese che pareva un castello in cima al colle. Quanto verde! quanto sole!
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): La città è percorsa giorno e notte da reparti in armi che partono verso le frontiere. Vanno a Portella, a Pontecorvo (che il re vorrebbe strappare al papa prima che arrivino i Francesi), nell'Abruzzo ulteriore, a Civitella del Tronto. Scalpitìo di bestie, rotolìo d'affusti, strepitio di sciabole, la mattina Toledo appare sporca di paglia, letame cavallino, avanzi di cibo gettati dai soldati. Si dice che anche i lazzari si preparino, che il re faccia distribuire loro coltelli, pistolette.
Le rondini di Montecassino di Helena Janeczek (2010): Il vino era scuro e forte, anche se accese un dibattito, perché si chiamava «Montepulciano d'Abruzzo»: Montepulciano non era in Abruzzo, dov'erano passati, ma in Toscana, ed erano stati anche lì. Mentre i morehu finivano di discutere sul vino e sulla geografia, Montepulciano, Montalcino, Montecassino, tutti i maledetti Monte e qualcosa sparsi per l'Italia, Rapata si era tolto lo zaino e aveva tirato fuori le foto di Charles Maui Hira, scattate in gran parte in Egitto, per quel che ne sapeva, visto che c'era in mezzo anche quella con la piramide che era stata appesa in cucina. |