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Informazioni utili online sulla parola italiana «stomaco», il significato, curiosità, forma del verbo «stomacare», sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Stomaco

Forma verbale

Stomaco è una forma del verbo stomacare (prima persona singolare dell'indicativo presente). Vedi anche: Coniugazione di stomacare.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia
Articoli interessanti e pagine web
Salute Italia: Pirosi, quel fastidioso bruciore di stomaco

Informazioni di base

La parola stomaco è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. Divisione in sillabe: stò-ma-co. È un trisillabo sdrucciolo (accento sulla terzultima sillaba).
Parole con la stessa grafia, ma accentate: stomacò.

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con stomaco e canzoni con stomaco per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Fortunatamente non ho quasi mai sofferto di mal di stomaco.
  • Per mangiare quella porcheria ci vuole davvero uno stomaco di ferro.
  • E' stato un violento destro allo stomaco che ha mandato definitivamente al tappeto il campione del mondo dei pesi medi.
Citazioni da opere letterarie
Il Marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana (1901): L'anno avanti non si era raccolto neppur tanto da compensare della semenza gettata nei solchi. Le ulive si erano risecchite su le piante. Per ciò tutti si sforzavano di raddoppiare la sementa, risparmiando il grano da molire, stringendosi le cigne dei calzoni attorno allo stomaco, sperando di rifarsi col nuovo raccolto.

La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Il dottore aveva una grande pancia e la sua respirazione asmatica accompagnava il picchio della macchina elettrica messa in opera subito alla prima seduta, che mi disilluse, perché m'ero aspettato che il dottore studiandomi scoprisse il veleno che inquinava il mio sangue. Invece egli dichiarò di trovarmi sanamente costituito e poiché m'ero lagnato di digerire e dormire male, egli suppose che il mio stomaco mancasse di acidi e che da me il movimento peristaltico (disse tale parola tante volte che non la dimenticai più) fosse poco vivo. Mi propinò anche un certo acido che mi ha rovinato perché da allora soffro di un eccesso di acidità.

Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): Il nodo allo stomaco s'era sciolto. Arp guardò l'ora. Si sentiva pronto. Proprio con l'anima doveva cimentarsi. Uscì per il suo appuntamento segreto. Il vecchio lupo si era già trascinato fino alla rete di cinta. Aveva i posteriori paralizzati, massa inerte rattrappita sotto il ventre. Si spostava facendo leva sulle zampe anteriori e ramazzando faticosamente le terga lungo l'erba e la ghiaia. Eretto per quanto gli era possibile, aspettava Arp.
Espressioni e Modi di Dire
  • Avere il pelo sullo stomaco

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per stomaco
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: stomaca, stomaci.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: soma, tomo, taco.
Parole con "stomaco"
Iniziano con "stomaco": stomacosa, stomacose, stomacosi, stomacoso.
Finiscono con "stomaco": voltastomaco, controstomaco.
Parole contenute in "stomaco"
sto, toma, stoma. Contenute all'inverso: amo, oca.
Incastri
Inserendo al suo interno chi si ha STOMAchiCO.
Lucchetti
Usando "stomaco" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: distoma * = dico; * ohi = stomachi; * cotiche = stomatiche.
Lucchetti Riflessi
Usando "stomaco" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * occhi = stomachi; * occhino = stomachino; * occhiate = stomachiate.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "stomaco" si può ottenere dalle seguenti coppie: stomatiche/cotiche.
Usando "stomaco" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: stomacanti * = cantico; stomacarsi * = carsico; dico * = distoma; * aio = stomacai; * ateo = stomacate; * avio = stomacavi; * cantico = stomacanti; * carsico = stomacarsi; * astio = stomacasti.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "stomaco" (*) con un'altra parola si può ottenere: * arno = stomacarono.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Nausea, Far nausea, Fare stomaco, Fare schifo - Nausea, che nel senso proprio vale Mal di mare, è quel disgusto e struggimento che si prova udendo o vedendo discorsi o persone svenevoli e affettate; onde si dice che quel discorso o quella persona Fa nausea: tal voce significa altresì disgusto e avversione a un cibo. - Fare stomaco si dice di cosa che quasi muove il vomito per la sua lordura, e figuratamente è anche avversione e disgusto più grave della nausea. - Fare schifo dicesi di cosa lorda e puzzolente dalla quale si rifugge sdegnosamente. [immagine]
Recere, Vomitare, Dar di stomaco, Fare i majalini o i porcellini, Restituire, Fare i gattini, Recitare, Fare una ricevuta - Recere è voce plebea, e si dice quando vuol dimostrarsi che colui che rigetta per bocca, lo fa per avere ecceduto nel mangiare o nel bere, quasi volendo mostrare disprezzo per esso. In questo caso il popolo dice anche Fare i porcellini o i majalini, quando specialmente procede dall'aver bevuto troppo. - Vomitare è parimente Rigettare per bocca ciò che è nello stomaco, ma può provenire da altre cagioni anche morbose, e tal voce non ha nulla di dispregiativo. - Si dice anche Dar di stomaco, senza dispregio, e quando ciò avviene o per ischifo di cosa veduta, o per aver preso bevande o cibi che lo stomaco non gradisce; nel qual caso da alcuni si dice anche più urbanamente Restituire. - [Familiarmente il Fare i majalini, è detto con maggior grazia in varie parti d'Italia e anche in Toscana (su' Dizionarii non ce lo trovo) Fare i gattini, e con un giuoco di parole Recitare o Fare una ricevuta. G. F.] [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Nausearsi, Sdegnarsi lo stomaco, Muoversi lo stomaco, Schifarsi, Avere a schifo; Stomacare, Fare stomaco, Rivoltare lo stomaco - Nausearsi è farsi venire la nausea, e il suo primo effetto è lo sdegnarsi lo stomaco; il secondo è il muoversi di questo, e non dico altro; sono neutri passivi: traslatamente si dirà che nauseano le goffe, insulse, immeritate lodi, e che muovono lo stomaco; l'altro modo non userei, appunto perchè sdegnarsi ha senso morale di per sè, e non calzerebbe nella metafora. Sdegnato, nel proprio, pure lo stomaco quando non vuole assolutamente sapere di ricevere quel tal cibo, bevanda o altro. Schifarsi, è mostrare di avere a schifo, e per conseguenza evitare, tirarsi in là: ha i due sensi, che bene si danno la mano: è però poco usato, nel primo specialmente.

«Stomacare è il meno; poi vengono gli altri due secondo l'ordine con che sono scritti. Così nel traslato». Meini. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Stomaco - S. m. Viscere membranoso del corpo animale, fatto a similitudine d'un sacco nella parte superiore e anteriore del basso ventre, destinato a ricevere i cibi triturati, e dar loro la prima e più necessaria preparazione per diventare materia di alimento. Stomachus, aureo; gr. Στόμαχος. Bocc. Nov. 2. g. 10. (C) Quando Ghino era più giovane, egli studiò in medicina; e dice che apparò, niuna medicina al mal dello stomaco esser migliore, che quella che egli vi farà. M. V. 9. 51. Di tale varietà lo stomaco piglia conforto. Tes. Br. 5. 36. Lo suo stomaco è forte più che stomaco di alcuno altro animale. Franc. Sacch. Nov. 87. Però è grazia a Dio d'avere sì fatto stomaco, che ogni cosa patisca. Lasc. Rim. 3. 310. Appresso questa perdon pregio e fama, Fegati, lombi, stomachi, e migliacci. Lasc. Lez. Niccod. 27. (Man.) Ai quali (fegatelli) non solo, dice il Poeta, che la salsiccia toglie il credito e la reputazione, ma a' lombi, agli stomachi, e a' migliacci.

[Pol.] Bocc. Nov. 7. g. 2. Tra per grave angoscia di stomaco, e per paura, morte s'erano. F. Belc. Vit. B. Colomb. 37. Io ho molto freddo stomaco, e la lattuga m'offende. T. Lib. cur. malatt. Dicono aver lo stomaco alteratissimo, e male operante nel concuocere. Benciv. Aldobr. volg. p. 23. La coda è pesante ed abominevole allo stomaco. Volgar. Mes. 65. Dolore dello stomaco e del ventre, fatto da freddo o da grossa ventosità. Magal. Lett. 1. 13. Vediamo in Firenze, dopo il bando dato a tanti pretesi… preservativi dal dolore dello stomaco, sbandito altresì con essi il dolore del medesimo stomaco. Pap. Cons. Med. 1. 138. Pertinace, molestissima acidità, da cui il prefato signore viene inquietato nella bocca e nello stomaco. – Mal di stomaco. Ap. Usa un po' di vino per il tuo stomaco e per le frequenti infermità. Apocal. Prendi il libro e mangialo: e' farà amarezza nel tuo stomaco, ma nella bocca tua sarà dolce come miele. Prov. Tosc. 283. Piedi, stomaco e testa (coperti), tieni il resto come una bestia. E 313. Un pezzo di pane è un buon sigillo allo stomaco. [G.M.] Segner. Incred.1. 7. 5. Convien che questo (il cibo) per la gola scenda allo stomaco, prodigioso nel suo lavoro. E 2. 2. 2. La sorgente più consueta della vertigine non è nel cerebro, come la gente si crede: ella è nello stomaco. – Guastarsi lo stomaco. – Un po' di buon vino conforta, rimette, rihà lo stomaco.

[Pol.] La favola dello stomaco, di Menenio Agrippa; di grande sapienza.

[G.M.] Per simil. Fag. Rim. La poesia è un giulebbe Che conforta lo stomaco.

2. Per Commozione di stomaco. Così non usit. – Petr. cap. 7. (C) Fianchi, stomachi, febbri ardenti, fanno Parer la morte amara più che assenzio. [Camp.] S. Gir. Pist. 3. Ma noi, per lo contrario, con fastidio e con istomaco e pigro animo, come superbi, e non come umili ed utili servi, tra noi medesimi mormoriamo.

3. T. Enf. Ci ho rimesso lo stomaco; Mi son logorato lo stomaco; di fatiche gravi, di cure affannose. Ci ho consumato lo stomaco.

4. Fig. Stomaco, per Indignazione, Commozione. Non com. – Tac. Dav. Ann. 15. 209.(C) Onde i veri Padri con grande stomaco ricorrono al Senato. Carl. Fior. 19. Che da me si nominano con istomaco. Dep. Decam. 118. (M.) Nè detto con minor forza, nè men pieno di maraviglia e di stomaco insieme.

Onde Fare stomaco, o Venire a stomaco, fig., vagliono Stomacare nel signif. del § 3. Tac. Dav. Ann. 12. 161. (C) Non si lesse il testamento, perchè al popolo non facesse stomaco l'ingiuria e l'odio dell'aver anteposto al figliuolo il figliastro. Car. Lett. 2. 49. La sofisteria e l'inciviltà di quest'uomo è venuta a stomaco alla gente. [G.M.] Red. Lett. Mi dispiace degli altrui cicalecci, che veramente fanno stomaco a' galantuomini.

[G.M.] E detto di persona che non piaccia punto. Baldovin. Compon. dramm. Ma sia quanto si vuol bella e valente, Ogni altra mi fa stomaco e mi stucca.

5. [Fanf.] Stomaco. Vivanda che si fa dello stomaco di animali, ed è quel che ora Trippa. Lez. Maes. Nicod. 27. Gli stomachi ancora sono un cibo ghiotto, e non troppo conosciuto se non da chi sa per pruova i buon bocconi.

6. T. Alzare, Fare alzare lo stomaco; di Cosa che ecciti il vomito, o nausei grandemente.

7. [Cont.] Avere lo stomaco debole. Digerire difficilmente. Sim. Castr. Bagni ant. Choul, 70. Il detto imperatore era sì spesso ammalato, che ei non pigliava nulla sopra giorno oltre alla utriaca; il che non faceva solamente per paura d'essere avvelenato, quanto perchè egli aveva lo stomaco debole.

E con più efficacia. Avere lo stomaco di carta pesta o † non nata, vale Esser debolissimo di stomaco. Bern. Lett. 56. (Man.) Egli è un gran caldo, ed io ho pur ora desinato, ed ho uno stomaco di carta non nata, e muojomi di sonno.

[G.M.] Anche: Aver lo stomaco di taffettà, o foderato di taffettà. Serdon. Prov. Aver lo stomaco foderato di taffettà; Esser molto delicato di stomaco. (È dell'uso.)

8. Avere stomaco di far checchessia, vale Esser capace di far checchessia; Avere disposizione o forza da poter sostenere cosa non grata o non degna. Salvin. Cens. 202. (Man.) Come avrà avuto stomaco di leggere i Crescenzi, e i Villani delle antiche sporchissime edizioni Veneziane?

T. Non ha stomaco da reggere agli strapazzi de' grandi, o alle loro celie, che son peggio degli strapazzi. – Chi ha stomaco di reggere a certe lodi, che pajon fatte per avvilire? – Stomaco da bersí una tragedia in cinque atti, con cinque personaggi e con cinque soliloquii lunghi.

9. Avere uno stomaco di ferro, vale Avere uno stomaco forte, atto a digerire le cose di difficile digestione. (Man.)

T. E si dice anche: Avere uno stomaco di struzzo.

10. [G.M.] Avere una cosa sullo stomaco. Nel pr. Non averla digerita. Ho sempre sullo stomaco il baccalà d'jersera. E fig., trattandosi di cosa spiacente: Ho sempre sullo stomaco la rispostaccia che mi diede.

11. Buono stomaco, dicesi d'Un gran mangiatore; e fig., dicesi anche di Persona a cui si possa dire liberamente il fatto suo. (C)

12. Contro stomaco, e men com. Sopra stomaco, vagliono Contro voglia. Tac. Dav. Perd. elog. 409. (C) Tengan pur me le dolci Muse, come dice Virgilio, tra quelle sagre ombre e fontane, fuori di sollecite cure, e nicistà di fare cose tutto dì contra stomaco (il testo lat. ha: contra animum). Car. Lett. 1. 58. Io vi do questa commissione malvolentieri, perchè so che v' è contra stomaco. E 1. 76. Mi lascio trasportare a questa cattiva usanza, ancora che le voglia male, e lo faccia sopra stomaco. Cecch. Prov. 73. (M.) Chi sta con altri, come me, gli accade Di far di molte cose contra stomaco.

13. Dar di stomaco, vale Recere, Vomitare. (Man.)

14. [Giust.] Darla nello stomaco. Affibiarla ad alcuno, Accoccarla. Non com. – Cecchi, Diam. II. 2. E' me la dava, so dir, nello stomaco.

15. T. Entrare, Venire il mal di stomaco; oltre al senso proprio, si dice di noja, di disgusto che sopravviene alla vista di persona o cosa sgradita. Quando viene a trovarmi quella vecchia chiacchierona, m'entra il mal di stomaco. – Certi giornali, a leggerli, fanno venire il mal di stomaco.

16. Escire di su lo stomaco, colla negaz. Se non la vo' dire, la non m'esce di sullo stomaco. (Non la dico; La non mi scappa detta; Di chi sa tenere il segreto.)

17. Essere una cosa a stomaco, fig., vale Dispiacere. Non com. – Car. Lett. 3. 7. (M.) Se fusse possibile, vorrei che in questa voi vi duraste questa fatica; e quando pure vi fusse troppo a stomaco, vi scuseremo il meglio che si potrà.

18. T. Mettersi sullo stomaco, cose che accorino o irritino, e da ultimo portino sfogo, o morale o corporeo. Me ne son messe tante sullo stomaco, che alla fine non ne posso più.

19. [Val.] Muovere lo stomaco Muovere a nausea. Bart. Simb. 160. Muove chi a riso, chi a compassione, chi a stomaco.

20. Muovere lo stomaco. fig., vale Stomacare, Infastidire. Dat. Lepid. 97. (Man.) Concettino da muover più lo stomaco che il riso.

21. Portare sopra lo stomaco, fig., vale Avere in odio; metaf. tolta dal non potere smaltire il cibo. Non com. – Cavalc. Specch. Cr. 58. var. (C) Gli comincia a dispiacere, e portarlo quasi sopra lo stomaco, e portargli alcun rancore.

22. [Val.] Rivoltare lo stomaco. Muovere a nausea, al vomito. Fortig. Ricciard. Pref.XXVII. Bravura,… che… vi rivolta lo stomaco.

23. [Camp.] † Rompere la virtù dello stomaco, per Togliergli la forza digestiva, ecc. Bib. S. Greg. Prol. I. Job. Io sono tormentato da spesse doglie del corpo, e sono provocate tutt'ore e momenti, rotta la virtude dello stomaco.

24. [G.M.] Sfondare lo stomaco; enf. detto di Cibo grave. Gli gnocchi son buoni, ma sfondano lo stomaco.

[G.M.] E di discorso lungo, pesante. Lesse un'illustrazione a un canto di Dante, lunga, nojosa, da sfondar lo stomaco.

[G.M.] E d'altro: La musica dell'avvenire mi sfonda lo stomaco.

25. [Camp.] † Sdegno dello stomaco, fig., per Nausea. Mac. Vit. S. Cat. II. 4. E subito cessò in tutto la tentazione e lo sdegno dello stomaco. (Sdegnarsi lo stomaco, è nell'uso.)

26. [Camp.] † Tenerezza di stomaco, per Facilità di nausea, ecc. S. Gir. Pist 30. Io conosco molti ricchi religiosi, li quali per l'angoscia e tenerezza dello stomaco questa cotale misericordia (di curare gl'infermi) esercitano per le altrui mani.

27. [Val.] Venire stomaco. Sentirsi mosso a nausea. Fortig. Ricciard. 15. 62. Eran nefande tanto, che mi viene Stomaco, ognora che me ne sovviene.
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