Odio, Rancore, Amarezza, Ruggine - Odio, come vedemmo al num. 191, è passione che ci fa desiderare ogni male ad altrui, ed anche farglielo noi stessi. - Rancore è odio più profondo, più inquieto, ed oramai radicato. - Amarezza è indisposizione di animo verso alcuno, che ce ne abbia data qualche cagione. - Ruggine è mal animo aperto, con desiderio di far dispiacere, o di umiliare. [immagine] |
Odio, Avversione, Antipatia, Ripugnanza, Inimicizia. Astio, Malevolenza, Ruggine, Rancore, Cisma - L'antipatia è sentimento naturale per cui sembra che l'animo soffra, patisca alla presenza della persona che in noi lo desta: da questa all'avversione non è che un passo. Ripugnanza, meglio si prova verso le cose, se sucide, se schifose; e verso le azioni, se immorali. La malevolenza è l'opposto della benevolenza, e da questa si passa a quella con minore difficoltà di quanto pare; e forse vi si passa più sovente che dall'indifferenza, la quale è stato neutro o intermedio fra una e l'altra. La malevolenza, che è sempre verso di persona, può starsene in noi e non darsi a vedere al di fuori nè con parole nè con opere, è sentimento tutto interno e del cuore; l'odio invece è più vivo, più intenso, e per conseguenza, quando gli viene il destro, più espansivo in opere o parole: chi vuol male nol farà, chi odia davvero lo fa se può. L'astio è odio vecchio, riposto nel cuore, che coll'acredine sua lo rode, e che aspetta opportunità di sfogarsi. Il rancore è più dolore che odio: si risente ordinariamente per fatto o detto a noi pregiudizievole, e se ognora ci affligge, non sempre ci porta ad odiarne gli autori; l'uomo onesto e virtuoso, incapace di una vendetta qualunque, non può a meno di non sentire rancore pei torti che riceve. Ruggine è odio o malevolenza antica ma superficiale, come dice e significa la parola: avere una ruggine, una leggiera, un'antica ruggine verso qualcheduno.
«Cisma invece di scisma, si sente spesso dalla bocca del popolo fiorentino e in contado, ed ha esempio nel vocabolario. Propriamente, vale divisione, rottura; ma nel traslato l'usano in senso di adiramento, di lieve inimicizia. Essere in cisma con uno, gli è come dire: essere adirato; averci della cisma, gli è affine ad averci dello sdegno. Cisma è meno di ruggine e di rancore. La ruggine, il rancore suppongono la cisma, non viceversa». Meini. [immagine] |
Rancore - S. m. Sdegno, Odio coperto. T. Invecchiato. Rancor, fig. in S. Girol. – Anast. Bibl. Ab eorum cordibus tantum rancorem, sive timorem auferre. Mirac. Mad. M. (C) Per odio, e rancore accusavano un giovane suo compagno spessamente in capitolo. Vit. SS. Pad. 2. 54. Un frate teneva rancore contro di un altro; la qual cosa quegli udendo, venne a lui a soddisfargli. Serm. S. Agost. 8. Se tu tieni rancore nel cuore, nieghi a Dio quello che tu chiedi. S. Ant. Confess. Il secondo figliuol dell'accidia si chiama rancore; e questo è un dispiacere, e tedio, che ha la persona contra alcuno, perchè lo induce a' beni spirituali, per lo quale cerca il mal di quello per ingiuria, o danno da lui ricevuto. Bern. Orl. Inn. 20. 58. E che tra lor non sia sdegno, o rancore. [Laz.] Coll. SS. PP. 5. 16. Della tristezza nasce il rancore, la pusillanimità, l'amaritudine e la disperazione.
T. Fortig. Ricciard. 20. 121. Con quel rancor che tanto lo martella. – Fargli vedere che non tengo rancore seco. – Una volta deponesse quel rancore. |