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Informazioni utili online sulla parola italiana «morire», il significato, curiosità, coniugazione del verbo, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Morire

Verbo

Morire è un verbo della 3ª coniugazione. È un verbo irregolare, sia transitivo che intransitivo. Ha come ausiliare essere. Il participio passato è morto. Il gerundio è morendo. Il participio presente è morente. Vedi: coniugazione del verbo morire.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di morire (mancare, decedere, spegnersi, andarsene, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani

Informazioni di base

La parola morire è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: mo-rì-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con morire e canzoni con morire per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Se vi spaventa il dover morire pensate che orribile condanna sarebbe l'immortalità.
  • Dopo una barzelletta, sarebbe il colmo morire dal ridere.
Non ancora verificati:
  • È così bello vivere godendosi tutte le cose belle e naturali della vita: uccellini, i profumi nell'aria... e tu vuoi morire?
Citazioni da opere letterarie
Il mistero del poeta di Antonio Fogazzaro (1888): Il signor Treuberg sturò due bottiglie di Rüdesheimer e le signorine v'introdussero capovolti due mazzolini del bianco Waldmeister, che doveva morire così, cedendo al vino il suo dolce profumo selvaggio. Mentre gli altri vi erano attenti come ad un rito sacro, potei guardare Violet. Gli occhi suoi ebbero ancora quell'angoscioso no; i miei dovettero rispondere di sì. Era seduta sull'erba e teneva fra le mani l'ombrellino chiuso. Chinò il capo, le congiunse in atto supplichevole. Io mi misi a parlare del Maiwein con la signorina Luise.

Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi (1883): — In questo caso, — gridò fieramente Pinocchio, rizzandosi e gettando via il suo berretto di midolla di pane — in questo caso conosco qual è il mio dovere. Avanti, signori giandarmi! Legatemi e gettatemi là fra quelle fiamme. No, non è giusta che il povero Arlecchino, il vero amico mio, debba morire per me! —

Niente di Luigi Pirandello (1922): – Ah, sì, sì; per questa parte, sì, ha ragione, – riconosce con un sospiro il dottor Mangoni. – Se ne poteva andare a morire fuori dai piedi, lei dice. Ha ragione. Ma il letto tenta, sa! Tenta, tenta. Morire per terra come un cane… Lo lasci dire a uno che non ne ha! – Che cosa? – Letto. – Lei? - Il dottor Mangoni tarda a rispondere. Poi, lentamente, col tono di chi ripete una cosa già tant'altre volte detta: – Dormo dove posso. Mangio quando posso. Vesto come posso.
Proverbi
  • A morire e a pagare c'è sempre tempo.
  • A pagare e a morire c'è sempre tempo.
  • La speranza è l'ultima a morire.
Espressioni e Modi di Dire
  • Morire dal ridere
  • Morire di sonno
  • Morire come le mosche
Libri
  • L'Agnese va a morire (Scritto da: Renata Viganò; Anno 1949)
Canzoni
  • La paura di morire (Cantata da: Annagloria; Anno 1975)
  • Voglia di morire (Cantata da: Panda; Anno 1977)
  • Bella da morire (Cantata da: Homo Sapiens; Anno 1977)
  • Se si potesse non morire (Cantata da: Modà; Anno 2013)
  • ...E dimmi che non vuoi morire (Cantata da: Patty Pravo; Anno 1997)
  • Non si può morire dentro (Cantata da: Gianni Bella; Anno 1976)
  • Amarti e poi morire (Cantata da: Gigliola Cinquetti; Anno 1971)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per morire
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: morirà, morirò, morite.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: moire, morie.
Altri scarti con resto non consecutivo: more, mire.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: morirei.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: ferirò, perirò.
Parole con "morire"
Iniziano con "morire": morirei, moriremo, morirete, morirebbe, moriremmo, morireste, moriresti, morirebbero.
Finiscono con "morire": rimorire, intimorire.
Contengono "morire": intimorirei, intimoriremo, intimorirete, intimorirebbe, intimoriremmo, intimorireste, intimoriresti, intimorirebbero.
»» Vedi parole che contengono morire per la lista completa
Parole contenute in "morire"
ire, ori, mori. Contenute all'inverso: eri, rom.
Incastri
Inserito nella parola intimo dà INTImorireMO.
Inserendo al suo interno est si ha MORIRestE.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "morire" si può ottenere dalle seguenti coppie: moria/are, moriamo/amore, morie/ere, morii/ire, morione/onere, moritura/turare.
Usando "morire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: dimori * = dire; memori * = mere; tumori * = ture; * rete = morite; * resse = morisse; * ressi = morissi; * reste = moriste; * resti = moristi; chiamo * = chiarire; * ressero = morissero.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "morire" si può ottenere dalle seguenti coppie: moretta/atterrire, morbida/adibire, morda/adire.
Usando "morire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * erte = morite; * errai = morirai.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "morire" si può ottenere dalle seguenti coppie: amori/rea, femori/refe, timori/reti.
Usando "morire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * femori = refe; * timori = reti; refe * = femori; reti * = timori.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "morire" si può ottenere dalle seguenti coppie: moria/rea, morie/ree, morii/rei, morisse/resse, morissero/ressero, morissi/ressi, moriste/reste, moristi/resti, morite/rete.
Usando "morire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: chiarire * = chiamo; mere * = memori; ture * = tumori; * amore = moriamo; * onere = morione; * aie = morirai; * remore = moriremo; * turare = moritura.
Sciarade incatenate
La parola "morire" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: mori+ire.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "morire" (*) con un'altra parola si può ottenere: mezza * = memorizzare; * sette = morsettiere; * schei = morsicherei; * tozza = motorizzare; tratte * = tramortirete.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Morire, Spirare - Spirare è proprio il tirare l'ultimo fiato, il momento del morire: spirar l'anima: il morire comincia per così dire all'agonia, e finisce collo spirare; perchè molte parti del corpo son già fredde e morte talvolta, e l'uomo non è ancora spirato. [immagine]
Dilefiare, Crepare, Scoppiare, Morire - Tutti in senso iperbolico: il primo, che val morire o perdere il fiato, è voce bassa, ignobile affatto, e tale da non metterla in corso. Crepare dalla rabbia, dall'invidia, non è, come si vede, tenere questi sentimenti in sè, ma bensì espanderli, conservandone però tanto da sentirne doglia, affanno grave. Scoppiare invece dice o significa averne tanta in sè da non potervela più trattenere perchè altrimenti il cuore ne scoppierebbe. Crepar dalle risa è ridere smodatamente e fuori di modo; scoppiare il riso, scoppio di riso, e anche scoppiar dalle risa è sfuggirne proprio uno scoppio, o essere lì lì per lasciarlo sfuggire. Morire di voglia, è aver voglia grande: di curiosità, d'invidia ecc., è averne, provarne tanta da sentirsi come mancare il cuore e quasi morire. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Morire - V. intr. Cessar di vivere: si usa anche con le particelle pron. Lat. aureo Morior, moriris, moritur, mori, e negli ant. Moriri. Bocc. Nov. 8. g. 2. (C) E molti altri, e fratelli, e nipoti, e parenti, tutti morirono. E nov. 7. g. 3. In luogo di quello, che morto era, il sostituì. E nov. 5. g. 4. La giovane non restando di piagnere, e pure il suo testo addimandando, piagnendo si morì. Pallad. cap. 29. Non si dia loro il cibo di nuovo, se prima non hanno ismaltito il vecchio, perchè tosto morrebbono. Dant. Par. 13. Ciò che non muore, e ciò che può morire. Petr. canz. 1. 5. part. I. Non son mio, no; s'io moro, il danno è vostro. E Ball 4. 2. part. I. Ma perchè ben morendo, onor s'acquista… E Canz. 6. 7. part. I. Ch'io spero Farmi immortal, perchè la carne moja. E cap. 1. Ed ella ne morìo, vendetta forse D'Ippolito. Tass. Ger. 12. 64. Ella già sente Morirsi, e 'l piè le manca egro e languente. Vit. S. Eufros. 400. (M.) lo vorrei vedere i tuoi figliuoli innanzi ch'io mi morissi. Giov. Gell. Vit. Alf. 157. Rovinate così le cose de' Franzesi, si morì in su questa allegrezza, d'una vittoria a fatica ottenuta, con una presta e inaspettata morte, Papa Leone. Capran. Art. ben. mor. cap. 1. p. 54. (Gh.) Morire non è altro che uscir di carcere e di prigione; si è un esser cavato di bando, metter giuso un peso gravissimo, cioè il corpo, fine d'ogni infermità e malattia; rompimento di tutti i legami; un pagamento del debito della natura che ci fa nascere tutti mortali; uno entrare nella nostra patria, e ritornare al regno e vita beata.

T. Vang. Avvenne che il mendico morì… E: Morì anco il ricco. – Tutti s'ha a morire. – Prima o dopo s'ha a morire. In questo senso: Si muore. – Anche d'un condannato alla morte: Deve morire, Bisogna ch'ei muoja. E il suicida (con equivoco simile a quello del panteista) esclama: Voglio morire; ma intende, senza porvi mente: Voglio uscire di questa morte, e vivere in pace.

T. Vang. Cominciava a morire. Locuz. potente, e può avere varii usi. E, Entrare in agonia; e Cominciare la malattia mortale; e Cominciare a patire una vita ch'è quasi morte. Può anche dirsi Che Cominciando a vivere, si comincia a morire.

Di bestia. T. Prov. Tosc. 281. Mentre l'erba cresce, muore il cavallo. (Di chi deve troppo attendere quel che spera.)

2. Forme gramm. T. Morse per Morì, lo dicevano sul serio nel cinquecento.

T. Muor, accorciato. Vive. Prov. Chi non muor si rivede.
T. † Sogg. pres. seconda pers., che oggidì fa: Tu muoja. D. 3. 22. Innanzi che tu muoi (muoja).
T. Morremo (Moriremo più com. nella lingua parlata.) E Morirei per Morrei.
T. Nella camp. lucch. Moriste per Morì. Nel cont. fior. Morette.

5. T. Contrapp. espressam. a Vivere. Prov. Tosc. 58. È meglio morir con onore, che vivere con vergogna. E 36. Chi serve in corte, muore allo spedale. E ivi:Chi vive in corte, muore in paglia. E 209. Chi ben vive, ben muore. E 145. Chi più vive, più muore (il patimento è morte lenta). E 203. Chi muor giace, e chi vive si dà pace (o Chi campa. – Della dimenticanza in cui giacciono i passati di vita). [G.M.] Tal si vive, tal si muore. (Si muore come uno è vissuto.) [Camp.] Aquil. II. 58. Io ti priego, caro padre e signore, che tu deponi questa cura che tu hai di me, chè io voglio morire ad onore piuttosto che vivere vilmente. Virg. Letumque sinas pro laude pacisci.

4. T. Contrapp. al Nascere. Prov. Tosc. 203. Chi nasce, convien che muoia. E 258. Chi nasce tondo, non muor quadro. E 292. Chi asino nasce, asin muore.

5. Morir colla ghirlanda o colla corona vale Morir vergine. Malm. 12. 49. (C) D'un modesto rossor tutta si tinge, Perchè morir volea con la ghirlanda.

[G.M.] Si pone tuttavia la ghirlanda sulla bara a chi è morto scapolo.

6. Morire di suo male, vale Morire di morte naturale. G. V. 9. 119. 3. (C) Al detto assedio di Padova morì Uguccione della Faggiuola di suo male. Varch. Stor. 1. 3. Essendo di quarantaquattro anni, e di suo male morto.

Morire di sua morte o di sua malattia, vale lo stesso. Cronichett. 143. (M.) Morío in quell'oste lo detto Lodovico di Francia, e Gianni Tristano suo figliuolo, e il Re di Navarra con altra gente assai di lor malattia. V. MORTE.

Forma bibl. T. Vang. Chi maledirà al padre e alla madre muoia di morte. (Sia punito di morte.) Ma poi dice il modo della morte. E: S'adempiesse la parola di Gesù ch'egli disse, significando di che morte morrebbe.

Quasi prov. fig. T. Vuo'saper di che morte ho a morire, Saper la mia sorte, quel che mi toccherà, e prepararmici in tempo. Lo dice chi è nel dubbio di sventura o di molestia, e il dubbio è il dolore o la noja più grave. [G.M.] Nel. pr. Di chi soffra di un male di cui ordinariamente non si guarisce, suol dirsi: E' sa di che morte ha da morire.

7. T. Morire di morte improvvisa, di morte violenta. T. Di mala morte.

T. Morire di subito, dice più propriam. la morte improvvisa; Morire sull'atto, dice il punto in cui l'anima esce del corpo o per colpo ricevuto o per altro. – Fam. Morire colle scarpe in piedi, non di malattia ma di morte violenta. – Morire sul suo letto, in modo naturale, di malattia; ma dice anche senza incontrare pericoli, senza il terror de' cimenti, ed è il linguaggio de' poltroni, che non dovrebbero in quel momento pensare alle piume. Ne' canti slavi Morir sulla cenere, accanto al fuoco, è morte di fiacchi.

[G.M.] Morire a un tratto; più com. che Morire di subito. Sapete chi è morto a un tratto? Il marchese.

[Camp.] Morire nel tempo non suo per Perire di morte immatura. Bib. Eccl. 7. Non essere stolto, acciò che tu non muoja nel tempo non tuo (ne morieris in tempore non tuo).

8. T. Morir bene, male, intendesi per lo più in senso mor. civ. relig. I soli strazii del corpo non possono far che l'uomo muoja male; anzi allora e' può più bene che mai. È morto male, senza sacramenti, senza il compianto de' suoi, senza rassegnarsi al proprio destino. È morto bene, sereno, da savio, da forte.

Quindi con altri avv. T. Morire fortemente, Vilmente; Santamente, Disperato.

9. Della causa. T. Morire di tale o tale malattia. Guicc. Avvert. 75. Intravviene ad uno che muore d'etico o di tisico, che la sua vita sempre si prolunga oltre l'opinione che hanno avuta i medici. – Anche Morire tisico. E Idropico e D'idropisia; ma il secondo dice proprio la causa; l'agg. può essere anco l'effetto d'altra malattia il qual s'accompagna alla morte. Così Morire inverminito; Morire tutto piaghe, Tutto una piaga. In questo senso Morire pazzo, Morire imbecille; cioè Diventare agli estremi, e più o men presso al morire. Ce n'è che non possono morire nè imbecilli nè pazzi, perchè paiono nati così.

Altro senso di causa. T. Morir di ferro, di veleno, per altrui mano, di sua mano propria.

10. Morire di parto o nel parto o sopra parto vale Morire a cagione del parto. Sen. Declam. 94. (M.) La quale essendo gravida, e vegnendo al partorire, morì nel parto e rimase di lei un fanciullo. V. PARTO.

11. Morire in Dio, in Gesù Cristo, nell'eterna pace di Cristo, e sim., valgono Morir santamente. Pecor. n. 2. g. 9. (M.) Ed appresso morì in Dio. Petr. Vit. Imp. Pont. 30. Morì nella eterna pace di Cristo. G. V. 7. 37. 5. Venendo a morte, levò gli occhi al cielo, e disse:… e ciò detto, morì in Cristo (parla di S. Luigi re di Francia). E 4. 20. 8. (Man.) Non molto appresso morío in Dio, e sepolta è nella chiesa di Pisa, la quale magnamente avea dotata.

E per Contrario Morire nell'ira di Dio, vale Morire empiamente. Dant. Inf. 3. (M.) Quelli che muojon nell'ira di Dio, Tutti convengon qui d'ogni paese.

T. Vang. Morrete ne' peccati vostri, senza pentirvene. – Morire nell'impenitenza. Nel seno della Chiesa, nelle braccia de' suoi cari, nel compianto de' buoni. Nell'odio, nel disprezzo, nella vergogna.

Morire in su tre legni, per Essere appiccato. V. LEGNO, § 9.

12. T. Far morire, Dare morte per lo più violenta, o Ordinare sia data. Stor. Aiolf. Ordinarono, giusta lor possa, di far morire Jeremia. – Il giudice, il carnefice fanno morire chi non son sempre sicuri che abbia avuto intenzione deliberata di far morire, o chi ha fatto morire un più reo e provocatore.

T. Una causa qualsiasi di morte, o un'occasione, dicesi che Fa morire. – Il morso d'uno scimmiotto, un fígnolo l'ha fatto morire. – Anche della parte lesa: Un dito infradiciato risica di farlo morire. Onde per cel. fam. Ella morrà con quel dito.

T. Per estens. o per iperb. anco di causa mor. remota. [L.B.] Quel marito che strapazzò lungamente la moglie, gli è lui che l'ha fatta morire. In senso sim. T. I tristi governanti che non sanno educare, son essi che fanno morire prima gli uccisi e poi gli uccisori.

13. Iperb. fam. T. Ogni dolore, ogni noja, ognuno che dà quel dolore o quella noja, dicesi che Fa morire. – Discorsi che fanno morire. – Non mi fate morire, smettete. – Insomma, volete farmi morire?

14. † Morire da alcuno. Ellitticam. vale Morire trafitto, percosso, o sim., da esso. Pulc. Luc. Driad. par. 1. st. 80. (Gh.) Mercurio, padre mio, fa' ch'io non moja Da queste Ninfe dispietate e fiere.

15. T. Incontrare la morte come sacrifizio per il bene e la verità.

T. Rosm. Chi non sa morire non sa amare.

T. Vang. Nè pensate che a voi è espediente che un uomo muoja per il popolo.

T. Macc. Meglio morire in guerra che vedere i mali della gente nostra.

T. Vang. Andiamo anche noi, si muoja con esso. E: E se mi bisognerà morire teco, non ti rinnegherò.

16. T. A costo di morire, dicesi e nel senso pr., Ci dovessi anche morire, e Morire anche con gravi tormenti. Ma poi per iperb. A ogni più caro costo. Iperb. abusata: A costo di morire non ci vo ire con colui. Gli è il caso del prov. Altro è il parlar di morte, altro il morire.

17. T. È per morire, pare che dica men prossima la fine che Sta per morire.

18. Fam. T. Di servi o domestici o altri addetti che in quella casa di cui si parla vivono accetti tutta la vita dicesi che In quella casa ci morranno, Ci son morti, Ci si muore.

19. T. Fam., di chi vive a lungo, dicesi che Non muor mai. In certe bocche è imprecazione infausta, e augurio a chi la dice di morte più prossima che all'imprecato.

20. T. Sap. Negli occhi degli stolti parve ch'e' morissero; ma eglino son nella pace, dice di coloro che muojono per la giustizia e la carità. Ma in senso tr., segnatam. fam. Par che muoja, Par che voglia morire, Chi si mostra languente, sfinito, alla cèra, negli occhi; o chi si finge.

T. Par che voglia morire, o Par che vada a morire, Chi dimostra a una cosa troppa ripugnanza.

21. T. Vorranno morire e non potranno morire, di chi deve soffrire molto, sim. Morire a ogni istante, e non morir mai. – E però dicesi che Di dolor non si muore.

22. T. Nel pr. dice Mi sento morire, chi sente proprio, o gli par di sentire, che la vita manchi. Ma per estens., anco di tormentoso dolore; e, più per estens., di grave incomodo o noja.

T. In senso sim. C'è da morire, cioè propriam., c'è pericolo, o, c'è tanto travaglio che apporti morte. Ma poi, c'è da patire dimolto, da impazientire, da annoiarsi.

23. T. Così, chi crede che a tale o tal prova non gli reggerebbe la vita, dice, Morrei, Ne morrei (denotando più espressam. la causa), Ci morrei (come dire Ci rimarrei sotto, in quel cimento). Ma per iperb. fam. Una tragedia in cinque atti? Ci morrei.

24. T. Altre forme d'iperb. Credevo, Credetti morire. Ma anche sul serio dell'aver temuta, dell'avere aspettata, dell'aver sentita, la morte.

25. T. Col Da, sovente iperb. Prov. Tosc. 201. Servire e non gradire, aspettare e non venire, aver servitore che non vuol obbedire, smarrir la strada quando un vuol ire, avere un amico che ti vuol tradire, son doglie da morire.

T. C'è un caldo da morire, e sim., anco che sia poco più di quel ch'uno era disposto a sopportare.

26. Morir di fame, di sete, di sonno, di stanchezza, o sim., fig. vale Aver gran bisogno di cibo, di bevanda, di riposo, ecc. Red. Lett. 2. 107. (C) Non ho tempo, e mi muojo di sonno, perchè stanotte sono stato tutta la notte a palazzo senza dormire. E Cons. 2. 9. 2. La sconsolata si moría di sete. Sen. Ben. Varch. 5. 24. Certo mi sarei morto di sete. Dant. Par. 30. (M.) Simili fatti v'ha al fantolino, Che muor di fame, e caccia via la balia. Fir. As. 90. Avendo veduto appresso alla stalla un orto, e morendomi di fame, io me ne andai dentro alla libera.

E Morir di fame vale anco Essere mendico. (C)

T. Morir d'inedia, non pure nel proprio per mancanza totale di cibo, ma per iperb. di patimento o tedio che faccia languire, giacchè l'imagine dello stomaco e in lat. e in ital. è applicata a denotare la pazienza e il suo contrario.

T. Morire di sfinimento, non solam. per Languore che strozza, ma per mancanza di conforti, di distrazioni, per tedio, per morale fiacchezza.

27. Morire di mattana. Fig. Morire di melanconia cagionata da rincrescimento e da non saper che si fare e da ozio, sì ch'ella fa, come a dire, diventar matto e morire. Non com. Malm. 1. 18. (Gh.) Molto male per noi andrà il negozio, Che muoiam di mattana e crepiam d'ozio.

28. Morire dalle risa, e, men com., delle risa o di risa, iperb. fam. si dice del Ridere smoderatamente. Bern. Orl. Inn. 13. 15. (C) Morir farallo d'altro che di risa.

Morire di rabbia, di sdegno, o sim., si dice l'Essere da sì fatte passioni grandemente agítato e commosso. Bern. Orl. Inn. 13. 49. (C) Ma ben di sdegno, e di rabbia moriva, Ch'a Truffaldin non può 'l suo parer dire. T. Prov. Tosc. 316. Chi troppo vuole, di rabbia muore.

29. Altra iperb. T. Morire di voglia, bramare vivamente. Più fam. Morirci su, Morir sopra. = Bocc. Nov. 3. g. 9. (C) Ma per certo, se io campo di questa, ella se ne potrà ben prima morir di voglia. Bern. Orl. Inn. 4. 52. Che si moriva di voglia e di frega, Che il buon Rinaldo gli desse il mal anno… [A.Cont.] Quell'avaro se vede luccicare un po' d'argento, pare che ci muoia su.

Anche ass. T. Ci muore, il bambino su quella frutta, o sim. – Anche d'affetto troppo sviscerato, e svenevole negli atti come di madre al bambino che gli dimostri soverchia tenerezza, indulgente e trepida: Ci muor sopra.

E Morire di checchessia, detto ass. vale Esserne fieramente innamorato. Fir. Trin. 3. 3. (C) Alessandro muor di quella vedova. Cecch. Inc. 1. 4. La è cosa certissima; La muor di voi

Nel qual senso dicesi anche Morir per uno. Pulc. Luig. Morgh. 2. 14. (Gh.) Ed evvi un Re di molta gagliardia, Manfredonio appellato dalla gente: Costui si muor per la dama giulía, E fa gran cose, come amor consente. E 4. 80. (Man.) Poi che s'accorse questa gentil dama, Come per lei si moriva il Marchese, Subito tutta del suo amor s'accese.

E Morire per altri nel senso prop. vale Aver la morte in pena per cagion d'alcuno, o incontrarla in bene di lui; come: Cristo morì per noi. (Man.)

30. Della morte e della vita spirituale. T. Vang. Chi mangerà di questo pane non morrà.

31. Escl. T. D. 3. 8. Se mala signoria che sempre accuora Li popoli soggetti, non avesse Mosso Palermo a gridar: Mora mora. Prov. Tosc. 157. Vivano le berrette, e muojano le foggette. (Era in Firenze come grido di guerra del popolo grosso contro al minuto; ed il contrario si gridò pochi anni dopo.) – D. Conv. Viva la sua morte, e muoja la sua vita.

32. T. Imprecazione da non ripetere, Che tu possa morire. Ma neanco quest'altra: Ch'io muoja, se non dico la verità. – Se io ho fatto cotesto, muoiano i miei figliuoli.

Vo' morire, lo possa morire, e sim. Maniera di giuramento. Bern. Rim. 1. 4. (C) Pareva il vino una minestra mora: Vo' morir, chi la mette in una cesta, Se in capo all'anno non vel trova ancora. Varch. Suoc. 4. 1. Vo' morir, se non s'è posto a veder giucare alla palla. [G.M.] Più com. nell'ottativ. Vorrei morire, se non dico il vero.

33. E' vuol morire, dicesi quando alcuno fa una cosa, che non ha mai fatto in vita sua. Buon. Fier. 3. 3. 2. (M.) L'albergatore Che dee voler morir fatt'ha le fogge, Ed uscito è del manico, e ingozzati Ci ha molto bene a isonne.

34. Morire in signif. att. vale Ammazzare; e si usa in questo senso nel participio passato, accompagnato con gli ausiliari Essere o Avere. G. V. 1. 28. 2. (C)Tarquinio… alla fine fu morto per gli figliuoli del sopraddetto Marco Marzio. E cap. 34. 2. Onde molti di loro furono morti e presi. Ar. Fur. 36. 33. (M.) Che voglion tutti gli ordini e le leggi, Che chi dà morte altrui debba esser morto. E 69. Chi stato fosse e di che gente il padre, E chi l'avesse morto, ed a che guisa. Bocc. Nov. 7. g. 3. Io sono il vostro Tedaldo vivo e sano, e mai non morii, nè fu' morto. Cronichett. d'Amor. 64. Scipione vi fu fedito, e sarebbe stato morto, se non fosse un suo figliuolo giovane di quattordici anni, che lo difese e campò. E 102. Ottaviano quando seppe che Erode avea morto i fanciulli suoi proprii, disse: io vorrei essere anzi porco d'Erode che figliuolo; perciocchè i porci fa vivere, perchè non li mangia, perocchè è Giudeo, e i figliuoli ha fatto morire per paura che elli non siano Re de' Giudei.

Nel qual senso come N. pass. Non com. Cen. Declam. 185. (M.) Egli stesso s'ha fatto vendetta, ch'egli s'è morto. E appresso: E se si fosse morto, sarebbe stato più lodato…, e così di costui che si ha morto per fuggire le fortune, e le sventure del mondo. E 186. Ma costui s'ha morto in danno della repubblica. Sen. Pist. 53. Di questi fu Scipio il suocero di Pompeo, che fue capitano di quella medesima oste, dove Catone s'era morto. Bocc. Filostr. par. 8. st. 20. p.250. (Gh.) Or vorre' io allora essermi morto Da poi che per innanzi non attendo Sollazzo, gioja, piacer, nè diporto. Bern. Rim. 2. 10. (Man.) Vedi or se tu ti puoi pentire; Io ti do tempo sol per tutta sera, Altrimenti doman mi vo' morire. [Val.] Pucc. Centil. 59. 32. Uno spirito d'un che s'era morto In una torre. Ant. Com. Dant. Etrur. 1. 34. Questi cotali, che si sono morti egli medesimi.

35. Fig. Bocc. Nov. 5. g. 9. (C) Disse Bruno pianamente: vedestila? Rispose Calandrino: oimè, sì; ella m'ha morto. Petr. Canz. 8. 6. part. I. Che questo è 'l colpo, di che Amor m'ha morto.

Altra fig. [Camp.] D. 2. 7. Rodolfo imperador fu, che potea Sanar le piaghe ch'hanno Italia morta.

36. E Morire per Far morire, Uccidere, usato con questo valore anche in alcuno de' tempi non composti. Jac. Cess. Scacch. 53. (Gh.) Una donna,… condannata dal giudice,… fue (fu) data a morire nella carcere; ma colui ch'era soprastante alla carcere non la strangoloe vie via (cioè, subito) per la pietade ch'ebbe di lei. Orl. 3. 71. (Man.) Vil cavalier fu questo e senza ardire, Che così armato si lasciò morire. V. LASCIARE, § 115.

37. E fig. per Spegnere, Attulare, Estinguere. Petr. Son. 75. part. I. (M.) Ch'avrebbe a Giove nel maggior furore Tolto l'arme di mano, e l'ira morta. E Ball. 3. 3. part. I. Qual foco non avrian già spento e morto L'onde che gli occhi tristi versan sempre?

38. T. In senso sim., att., siccome, della morte parlando, il Petr. Dormito hai… un breve sonno, direbbesi Morire una morte tormentosa, quand'è lungo il soffrire morendo; ovvero Morire una morte gloriosa, per denotare l'attività del volere deliberato con cui portasi la morte, invece d'essere da lei portati via. = Car. En. 9. 622. (M.) Che farà? Con che forze, e con qual armi Fia che lo scampi? Avventerassi in mezzo De' nemici a morir morte onorata? E 11. 1033. In varie guise Ne van tutti a morir morte onorata. E 1411. Osano anch'elle, Per la difesa delle patrie mura, Gir la prima a morir morte onorata. Fr. Jac. Tod. 3. 13. (Man.) Tu non volesti, figlio, fuggire, Dura morte volesti morire.

39. Morire, in senso att. è anche termine di giuoco. Malm. 8. 61. (M.) Appunto il Generale a far s'è posto A le minchiate, ed è cosa ridicola Il vederlo ingrugnato e maldisposto, Perchè gli è stata morta una verzicola. [L.B.] Ora non si dice che al giuoco del biliardo, quand'uno perdendo esce di giuoco in quella partita. [G.M.] Delle carte da giuoco si dice Ammazzare. Flussi ammazza primiera e cinquantacinque.

40. Morire, trasl. per Mancare, Venir meno; e si usa in signif. neut. ass. e pass. Petr. Son. 9. part. II. (C) Che 'l desir vive e la speranza è morta. Dant. Inf. 3. Ogni viltà convien, che qui sia morta. Stor. Eur. 1. 1. Dopo il vile rifiuto d'Augustolo, nel qual finalmente morì fra noi la maestà di cotanto grado. Sannaz. Arc. Samp. (Man.) Ogni cosa si perde: ogni speranza è mancata: e ogni consolazione è morta. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 3. 21. 17. Si scorge ben, adunque, che è morta la nostra fede. – La Fede senza l'opere è morta, dice l'Apostolo.

T. Arch. Lett. Morì l'ardire e la letizia nel cuor di tutti.
T. S. Agost. Vicina la morte del corpo, non moriva nell'animo suo la sollecitudine pastorale.
T. Prov. Tosc. 169. L'invidia nacque e morirà con gli uomini. – Affetto che non muore. – Passione che comincia a morire.
T. Vang. Il verme loro non muore (il rimorso e il tormento de' reprobi. Virg. Immortale jecur tundens).

41. Morire si dice anche delle Lingue che più non sono parlate dal popolo, ma solo si usano dai dotti nelle scritture; e Morire si adopera altresì, quando ad una lingua vivente mancano uomini egregi che la sappiano bene scrivere. Lasc. Streg. prol. (M.) Oimè! che è morta con monsignor della Casa, il Varchi, e Annibal Caro, la nostra lingua!

42. T. Della fama nel mondo. Un nome che non muore. Al. Manz. Un cantico Che forse non morrà.

43. T. La stessa pers. Muore nella memoria degli uomini. – Io son morto nel cuore vostro. Prov. Tosc. 323. Chi vive col vizio, muore nella vita.

44. T. In altro rispetto. Muore l'uomo alla gioja, al mondo. S. Agost. Morire al peccato. Fortig. Ricciard. Rinaldo mio, io son già morto al mondo, E più non penso a queste porcherie. = Segner. Mann. Febbr. 1. 3. (M.) Se vuoi così ancora crocifisso morire al mondo, bisogna prima che il mondo sia morto a te. E appresso: Tu morrai al mondo, quando glie 'l rinunzi (i suoi beni) ancor con l'affetto. Coll. Ab. Is. 12. (Gh.) Infino a tanto che l'uomo di fuori non muore alle cose del mondo.

45. Morire, dicesi anche delle piante. Soder. Arb. 189. (Man.) Ma cavando la midolla a qualsisia (albero), non per questo muor già. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 19. 15. Non avrà nè il frutto che egli desidera, nè la pianta che tosto muore. T. Pallad. Agric. volg. 144. I semi sogliono morire per sole, e per acquivento. Vang. Se morrà (il germe) porterà molto frutto. – Un fiorellino che muore. – Quell'albero pareva che volesse morire e s'è riavuto. Virg. Flos succisus aratro Languescit moriens. – Morientibus herbis. Anche in senso intell. e mor. e soc. Prov. Tosc. 235. Erba che non ha radice, muor presto.

46. T. Lume che langue e muore. Mont. Mascher. Sfavillando muore (ma veramente un lume fioco non muore sfavillando). Muore il lume degli occhi a chi acceca. – Muoiono gli occhiali alla luce, intenebrati.

47. E detto del giorno. Dant. Purg. 8. (Man.) Era gia l'ora che volge 'l disio A' naviganti… E che lo nuovo peregrin d'amore Punge, se ode squilla di lontano, Che paja il giorno pianger che si muore.

Fig. T. Non solo Il dì che muore, ma Il morire dell'ora, dell'anno, La stagione. [L.B.] Così Muore il Carnevale personif. in un fantoccio, simbolo di quegli uomini vivi che si fanno fantocci.

Varch. Lez. Dant. 1. 276. (Man.) Nascere alcuna stella non vuol dir altro che uscire fuori dell'orizzonte, ed apparire agli occhi nostri; e morire non vuol dir altro che andar sotto l'orizzonte, ed occultarsi agli occhi nostri. [Val.] Fortig. Ricc. 5. 80. E quello verso là dove il sol muore. E 13. 79. Di là dove il sol muore, e dove ha cuna.

48. Del colore. [Camp.] D. 1. 25. Come procede innanzi dall'ardore Per lo papiro suso un color bruno, Che non è nero ancora e 'l bianco muore. = Mont. Peric. terz. 23. (Gh.) Più che bujo d'inferno ei fosco e fiero Portava il ciglio, e livido l'aspetto D'un cotal verde che moría nel nero.

49. Per Finire, Terminare. [Cont.] Vas. V. Pitt. Scul. Arch. III. 406. Ciascuna dunque delle otto faccie saglie un grado…, tal che ripercuote la faccia del mezzo delle scale ne i risalti, e vi muore il bastone, che è cosa bizzarra a vedere, e molto commoda a salire. Barbaro, Arch. Vitr. 145. Oltra di questo il frontispicio ha dai lati, e nel mezzo di sopra gli acroterii, che sono alcuni pilastrelli, sopra i quali si ponevano le statue: e quelli da i lati morivano nel tetto, e quello di mezzo era libero. = Sagg. nat. esp. 68. (C) L'ultima delle quali (palle) vada a morire in un beccuccio assai lungo. Dant. Purg. 7. (M.) Tra erto e piano er'un sentiere sghembo, Che ne condusse in fianco della lacca Là ove più ch'a mezzo muore il lembo. [Camp.] Bart. Simb. 1. 2. Il pendío d'un poggio… lor fa quasi ala al fianco, e va dolcemente a morire nel piano. = Amet. 9. (Man.) Vicino a quella parte, ove il Mugnone muore colle sue onde.

[Camp.] D. 2. 17. Come si frange il sonno. ove dibutto Nuova luce percuote 'l viso chiuso, Che fratto guizza pria che muoja tutto. T. Qui il sonno rappresentasi con immagine quasi di serpe, accennando al Virg. Prima quies… dono Divûm gratissima serpit.

50. Per Perdere la forza, il moto, o sim. [Cont.] Fal. Vas. quadri, I. 19. Tal pelle è forte ed acconsente; così la palla vi more e non passa. = Serd. Stor. 5. 185.(C) Acciocchè i colpi de' nimici morissero in quella materia morbida. Bard. Disc. Calc. p. 26. (Gh.) Il buono sconciatore non ha mai a dare la palla, eccetto quel della fossa, al quale sta bene il rimetter quelle palle, le quali per traverso venendo nello steccato che gli è allato, vanno fra gli spettatori a morire. Serd. Stor. 3. 144. (Man.) Le palle dell'artiglieria percuotevano in quella bambagia, e per la morbidezza sua perdevano tutto l'impeto, e morivano in ella.

[Cont.] Dell'acqua che si ferma in qualche cavità, buca, e sim. Lauro, Agr. Col. 40. Lodasi sommamente un piano, il quale, alquanto piegato, non è afflitto lungamente da pioggie, nè vi muoiono sopra l'acque; e, se alcuno umore vi verrà sopra, lentamente ne scende. Leo. da Vinci, Moto acque, III. 71. L'acqua, che vi percote, fa un onda lunga in forma di mezza colonna, che si drizza per obliquo all'opposita riva, ed ivi muore e rinasce.

[Cont.] N. pass. Mont. Dial. Vort. 188. Ho veduto ancora più volte ne' fiumi molti piccoli vortici andar a seconda seguendo un altro vortice maggiore; e, secondo che a caso giungevano vicini a quello, esser portati in giro intorno di lui, e finalmente in quello morirsi; forse perchè rapiti dalla forza maggiore di esso.

51. Fig. T. La parola gli muor sulle labbra, non la può profferire per debolezza o per turbamento dell'animo. La lode mi muor sulle labbra, qualcosa mi ritiene, mi svoglia dal seguitarla. – Gli morì sulle labbra il sorriso.

Morir la lingua in bocca, vale Non esser capace di dire quello che si vorrebbe dire. Men com. Gell. Err. 4. 3. (Man.) Come e' giungono alla presenza di quelle, ci muor loro la lingua in bocca, e non dicono cosa che vogliono. Galil. Sist. 276. (M.) Io sto a vedere come… si contenga in silenzio, che pur non gli suol morir la lingua in bocca. V. LINGUA, § 54. – Alleg. 184. Non vi muor la lingua in bocca quando mettete il becco in molle a favor degli amici.

Più com. Non morire la lingua in bocca. Aver la parola abbondante, talvolta importunamente; esser loquace. Malm. 1. 86. (M.) Perchè non gli moría la lingua in bocca, Ricominciò quest'altra filastrocca.

Non morir la parola tra' denti, dicesi Di chi in ogni circostanza sa ben dire il fatto suo. V. DENTE, § 61.

52. [G.M.] Aver da fare più di quello che moriva di notte; modo vivo di cel.; Aver moltissimo da fare; come chi finisce le faccende di notte, per non averle potute finire nel giorno. Lasciami andare; ho più da fare di quello che moriva di notte. Cecch. Dot. 3. 7. Io ho più fretta di colui che muor di notte.

53. A modo di sost. nel primo signif. Dant. Par. 3. (C) Perchè 'n fino al morir si vegghi, e dorma.

T. Il morire traduce il Salvini, il Θάνατος, personif. de' Greci. – Vita che è un lento, un continuo morire.

T. Prov. Tosc. 163. Un bel morir tutta la vita onora. = Ciriff. Calv. 4. 124. (C)

E nel senso del § 47. [Val.] Fortig. Ricc. 6. 30. E quando il sole s'accosta al morire, Veggion…

[T.] Nel pr. T. Muoiono a migliaia. E d'uomini e d'animali. Red. Inset. 56. Non fu gran fatto se non morirono gli animali colpiti da quello scorpione.

T. Bocc. Nov. 6. g. 5. Acciocchè morendo io… ne possa andar consolato. – Come muoio, quattrini non ne trovano. – Caso mai morisse. – Se viene a morire.

T. Va a morire, vale d'ordin. che non è molto lontano dalla morte; o almeno che fa cose da affrettargliela. Ma dicesi anco di chi va da sè o è condotto o è tratto a morte non naturale.

T. Era per morire; questo val sempre che poco ci manca alla morte. Stare, dice più lungo termine. Sta per morire tra' pazzi..

Non com. T. G. Vill. Conoscendosi morire. E: Io mi veggo morire. – Questo meno inusit.; ma e l'uno e l'altro dicono l'avvertire che l'uomo fa la prossima fine della corporea vita. Sentirsi morire, dice un sentimento men riflesso; e anco una passeggera mancanza, o per iperb. debolezza o malessere. Quindi per enf. o per più affermazione, Credevo di morire proprio. Per ora non pare che voglia morire. Qui il volere, come in alcuni es. greci ant., ma specialm. nel gr. mod. e nello slavo, denota l'avvenimento futuro anche dove non entra deliberata volontà, perchè l'istinto del libero arbitrio umano imprime ogni cosa di sè.

T. Lasciarsi morire di fame; e per iperb. Lasciarsi morire di debolezza, o non curando i rimedii.

T. Colla partic. Si. Se ne morì, modo fam. che non tiene gran fatto del serio. Nè mai diciamo Quand'io me ne muoio; e neanco Quando tu te ne morrai; ma quell'altro si fa sull'anal. di Andarsene, comunissimo per Morire, e non affettuoso, quand'anche sia serio.

II. T. Far morire, per lo più con deliberata volontà di togliere ad altri la vita in modo violento, sovente ingiusto; e quasi sempre, quando non sia creduto in coscienza necessario quel sacrifizio al bene di molti. Ma, in tal caso, non suona bene il Far morire, anco per questo che pare un'antitesi, come Far disfare. Ar. Fur. 38. 5. E se Almonte gli fe' il padre morire, Tal colpa in Agramante non cadea. Ott. Com. Inf. 25. Questi è M. Cavalcanti, il quale… fecero morire, e amara la comperarono. Stor. Eur. P. 127. Come scandalosi e concitatori di tumulto, vituperosamente di capestro li fece morire.

T. Anche non direttam. operando alla morte d'alcuno, e' si fa morire per colpa propria, e anco la trascuranza colpevole può tenere dell'omicidio. Vit. Barl. Il tuo padre, colla sua grande discredenza e crudelitate, gli fae tutti morire.

T. Della giustizia suprema. Ar. Fur. 33. 111. Dio… mandò l'Angel suo tra quelle frotte, Che centomila ne fece morire.

T. Non solo non è da ripetere l'imprecazione Prego Iddio mi faccia morire; ma neanco, parlando d'uomo tristo e pericoloso, il dire che Dio l'ha fatto morire,sarà cosa umana nè nobile vanto.

T. Un male fa morire in più o men breve tempo. – Unguento che fa morire gl'insetti.

T. Per estens. iperb. fam. Far morire d'aspettazione, Di desiderio impaziente. [Pol.] Bocc. Nov 2. g. 8. Belcolore, de' mi tu far sempre morire a questo modo?T. Di tedio. Non mi fate morire.

III. T. Col Di denota la causa; che i Lat. col sempl. abl. senza partic.: onde il Di qui tiene del De. Vesp. Bist. Morì di morbo. – Di questo male morirei mal volentieri.

T. Moriva di dubbia morte, cioè dubbia la causa del suo morire, se naturale o no.

[Pol.] Albert. 1. 8. Se tu vedrai lo tuo fratello morir di fame, e non lo pascerai, tu l'uccidesti. T. Ma Morir di fame per estens., vale anche Patirla, Vivere a stento. Muore di stento, chi, senza che proprio gli manchi il necessario a saziarsi, patisce disagio in questo e nelle altre cose.

T. Morire di crepacuore. Petr. Son. 204. part. I. Nè di Lucrezia mi maravigliai, Se non come a morir le bisognasse Ferro, e non le bastasse il dolor solo. – Muore di passione.

T. Col Per, sempre di causa corporea. Morire per febbre. [Pol.] Dav. Scism. l. 1. c. 38. Per l'aria pessima, d'afflizione o veleno morì. T. Qui il Per vale l'occasione; ma la vera causa fu o l'affizione o il veleno.

T. Morire per altrui mano, per propria. Il secondo più pr. Di propria.

IV. Talvolta il Di dice il modo. Barber: Regg. donn. III. [Cerq.] Tutti coloro di cui era stato il trattato, o presono mala via, o morirono di mala morte. [Pol.] Passav. 251.

T. Morì male. Bene. G. V. 12. 16. 18. Chi è crudele, crudelmente dee morire.

Coll'agg. o col part. poi. T. Morì affogato, strangolato. Va a morire tisico.

T. Morì rassegnato, pentito.

V. Segnatam. del sentimento. T. Prepararsi a morire. Se devo morire, sono rassegnata da un gran tempo in qua. – Mi ero accomodata tanto bene a morire. Posso morir volentieri. L'altrui esempio, il proprio dolore, insegna a morire. – Imparare a morire.

T. Morire cristianamente. Santamente. Morir nel Signore. Morire nella fede.

T. Il sentimento insieme e il fine. Morire per Cristo; Morire per la patria.

VI. Modi fig. T. Il corpo nascendo comincia a morire, perch'ha in sè i germi della dissoluzione; ma per le funzioni della vita, in cui le forze decrescono e si riparano, viene via via morendo, e via via rifacendosi. Il morire del corpo è all'anima principio di vita immortale. E per modo enf. Il morire degli appetiti corporei, dicesi che all'anima è vita, non in quanto non debbano in qualche parte soddisfarsi i più necessarii alla durata della prova mortale (e sinch'essa dura, non muoiono in tutto), ma in quanto il loro soddisfacimento è temperato, e ordinato a fine più alto. Ilar. Con Cristo muore e risorge. [Pol.] Imit. Crist. 3. 17. 2. Dammi grazia di morire a tutte le cose del mondo.

Degli affetti. T. S. Bern. L'amor di Gesù non intiepidisce, non muore. [Polet.] Imit. Crist. 3. 42. 3. Si partirà il timore disordinato, e l'amore vizioso morrà.Rim. Ant. di Bacciar. 1. 417. Vuolno (vogliono) muoja umiltà vera.

T. Senso che tiene dell'intell. D. Rim. 77. Ciò che m'incontra nella mente, more Quando vegno a veder voi, bella gioia.

T. Libri che nascono e muoiono. Non morrà la memoria sua. Egli non morrà nella nostra ricordanza.

T. Imprese nate morendo.

T. Morì civilmente, politicamente; perdette i diritti civili, politici; l'autorità, la riputazione, l'onore.

T. Le nazioni non muoiono; sinchè non siano dissipate dalla faccia della terra, rimane una qualche società quale che sia, un germe di vita.

T. La poesia non è morta, se non nelle anime sceme di vita; e anco in coteste, sotto la cenere è qualche scintilla.

VII. T. Modi fig. Di piante. Volg. Mes. La colloquintida… fa morire tutte l'altre erbe che le son vicino.

T. Muore la fiamma.

T. Il ruscello che povero d'acque muor nella sabbia.

T. Un suono viene a poco a poco attenuandosi, e muore prima di giungere all'orecchio.

T. Le parole gli morirono in gola. Muore la bestemmia sulle labbra. Lascia morir la parola (altrui, non la reggendo con la propria attenzione, non la accogliendo nell'animo).

VIII. Modi enf. T. Prov. Tosc. 323. Chi vive col vizio, muore nella vita. Poet. del 300. Come si muor vivendo e si respira. – Morire tutti i dì. – Morire di morte lenta, Lungamente patire.

Per ell. T. Mi viene un sudore freddo, come morire. Ogni poco mi par di morire. Canz. del 300. Che quando fuggo, allor mi par morire. S. Bern. da Siena: È una cosa da morire.

T. Quando me ne anderà una bene sarò vicina a morire.
T. Non resta che morire. Sarei contenta di morire subito. Cic. Moriturio, Voler morire.
T. Muoiono piuttosto che chieder nulla.

IX. T. Escl. Piuttosto morire! È meglio morire! Catullo: Miser Catulle, quid moraris emori? – Non muoio mai!

X. Modi prov. T. Una volta si ha a morire. – Tutti si muore. – Si muore. Dico felice chi pensa d'avere a morire, e vive in pace con Dio. – Chi ha mangi, e chi non ha muoia di fame, dicono certi ricchi, più chiaro che in parole, ne' fatti.

XI. T. Att. nel b. lat. pass. Mortiferor. Gl. Gr. Lat. [Pol.] Passav. 253. Fu cacciato di signoria,… ed alla fine morto di mala morte.

† T. Nel seg. può intendersi in due modi. [Pol.] Bern. Rim. 5. 138. Sì che vedi or se tu ti puoi pentire, Io ti do tempo sol per tutta sera, Altramente doman mi vo' morire. (Poco sopra aveva detto: Tel dico ve', mi ammazzerò domane.) T. Ma può intendersi il Mi come nel modo Se ne morì. E l'uno e l'altro inusit.

T. Morì la morte del Giusto. (Non inusit. nella lingua scritta). – Morire una gloriosa morte.

XII. T. Come sost. Presso a morire. Di morire non vuol sentirne parlare. Il morire a me non mi spaventa. Il morire sarebbe a me un ristoro.

T. Nel mio morire, non è del ling. parl.; ma vivo negli scritti.
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