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Informazioni utili online sulla parola italiana «genere», il significato, curiosità, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Genere

Parole Collegate

Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
umano (13%), specie (13%), femminile (11%), maschile (11%), tipo (9%), alimentare (5%), musicale (5%), vario (3%), varietà (2%), letterario (2%), sesso (2%), qualità (2%), animale (2%). Vedi anche: Parole associate a genere.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Treccani | Wikipedia

Liste a cui appartiene

Lista Parole Monovocaliche [Gender, Gene « * » Genererebbe, Generereste]

Informazioni di base

La parola genere è formata da sei lettere, tre vocali (tutte uguali, è monovocalica) e tre consonanti. Lettera maggiormente presente: e (tre).
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (rene). Divisione in sillabe: gè-ne-re. È un trisillabo sdrucciolo (accento sulla terzultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con genere per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • In genere fotografo con la nikon d5100, non riesco più ad usare la compatta!
  • Il genere umano è molto differente da quello vegetale e animale.
  • Per contrastare gli abusi e la violenza sulle donne sono stati istituiti i tribunali di genere.
Citazioni da opere letterarie
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): «Io probabilmente dovrò restare qui ancora qualche mese» rispondeva Drogo. E gli altri si affrettavano a incoraggiarlo: anche lui, perbacco, sarebbe stato trasferito, era più che giusto, non doveva essere così pessimista, e cose di questo genere. Solamente Ortiz, fra i tanti, non appariva cambiato. Ortiz non aveva chiesto di andarsene, da parecchi anni non si era più interessato della faccenda, la notizia che il presidio veniva ridotto era arrivata a lui dopo tutti gli altri e per questo egli non aveva fatto in tempo ad avvertire Drogo.

La Storia di Elsa Morante (1974): In realtà, questi due, non canarini dovevano essere; ma piuttosto lucherini: genere di uccelletti di bosco più che di gabbia, che torna in Italia per l'inverno. Ma nella forma e nel colore giallo-verde essi potevano senz'altro confondersi coi due canarini (un po' ibridi invero) di Pietralata; e Useppe non ebbe dubbi su questo punto. Era chiaro che i due cantatori dello stanzone, stamattina, appena guariti dal loro male sanguinoso, erano volati qua, magari seguendo, su per l'alto, il camioncino.

Piccolo mondo moderno di Antonio Fogazzaro (1901): “Che ghe porta el cafè a quel zoto?„ pensò Rosina, riparato il guasto di quell'altro libero bevitore. Il padrone suonò per ordinare che non si lasciasse più passar nessuno e Rosina ebbe soltanto il coraggio di origliar un poco all'uscio. Udì Bassanelli dir forte: “Commendatore mio, andemo zoti!„ e il padrone ridere. Poi non le riuscì di afferrare altro e se ne andò brontolando contro il Governo, che nominava prefetti di quel genere, senza un poco di sussiego, di dignità.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per genere
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: cenere, gemere, genera, generi, genero, tenere, venere.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: ceneri, cenerà, cenerò, menerà, menerò, peneri, penero, penerà, penerò, tenera, teneri, tenero, venera, veneri, venero, venerò.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: geniere.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si può avere: serene.
Parole con "genere"
Iniziano con "genere": genererà, genererò, genererai, genererei, genereremo, genererete, genereranno, genererebbe, genereremmo, generereste, genereresti, genererebbero.
Finiscono con "genere": degenere, congenere, ambigenere, sottogenere.
Contengono "genere": degenererà, degenererò, ingenererà, ingenererò, rigenererà, rigenererò, degenererai, degenererei, idrogenerei, ingenererai, ingenererei, ossigenerei, rigenererai, rigenererei, degenereremo, degenererete, idrogeneremo, idrogenerete, ingenereremo, ingenererete, ossigeneremo, ossigenerete, rigenereremo, rigenererete, degenereranno, degenererebbe, degenereremmo, degenerereste, degenereresti, deidrogenerei, ...
»» Vedi parole che contengono genere per la lista completa
Parole contenute in "genere"
ere, gene, nere. Contenute all'inverso: rene.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "genere" si può ottenere dalle seguenti coppie: genesi/sire.
Usando "genere" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: lagene * = lare; * neretto = getto; autogene * = autore; * resi = genesi; indigene * = indire; mutagene * = mutare; collagene * = collare; * retta = genetta; * rette = genette; * eone = generone; * eoni = generoni.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "genere" si può ottenere dalle seguenti coppie: gente/etere.
Usando "genere" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ersi = genesi; * errai = generai; * errano = generano; * errare = generare; * errata = generata; * errate = generate; * errati = generati; * errato = generato; * errava = generava; * erravi = generavi; * erravo = generavo; * errerà = genererà; * errerò = genererò; * errino = generino; * errammo = generammo; * errando = generando; * errante = generante; * erranti = generanti; * errasse = generasse; * errassi = generassi; ...
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "genere" si può ottenere dalle seguenti coppie: criminogene/recrimino.
Usando "genere" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * criminogene = recrimino; recrimino * = criminogene.
Lucchetti Alterni
Usando "genere" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * sire = genesi; lare * = lagene; * aie = generai; autore * = autogene; * alee = generale; * aree = generare; * atee = generate; * eroe = genererò; indire * = indigene; mutare * = mutagene; collare * = collagene.
Sciarade incatenate
La parola "genere" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: gene+ere, gene+nere.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "genere" (*) con un'altra parola si può ottenere: arti * = argenterie; arti * = argentiere; * mimo = gemineremo; * mite = geminerete; * mimmo = gemineremmo; * miste = geminereste; * misti = gemineresti; * darmi = gendarmerie; tanti * = tangentiere.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario grammaticale della lingua italiana del 1869
Genere (de’ nomi) - Parlandosi di persone, d'animali o di cose, il genere grammaticale, dal latino genus non è che la indicazione del sesso. Ora i generi de' nomi italiani sono tre: maschile, femminile e comune; onde si dice di genere maschile il nome che indica un maschio, o un oggetto considerato come tale; di genere femminile quello che indica una femmina o una cosa considerata come tale, e comune quello che s'adopera or nell'uno ed or nell'altro genere. (V. maschili, femminili, comuni). [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Genere - e † GÈNERO. [T.] S. m. Quel che comprende molti enti riguardati come Aventi la medesima origine, e però realmente o idealmente congiunti a una causa o a una ragione, e congiunti tra loro. Genus, aureo lat. L'idea di Generazione essendo l'orig. a cui recansi molti de' più usuali signif. di questo voc., incominceremo di qui. E prima dal senso più gen. che è Genere umano; più com. che Umana generazione, e non tutt'uno. L'umana generazione accenna al modo del generarsi degli uomini; Il genere umano è il termine collettivo che più propriam. li abbraccia tutti. Umanità (che a taluni non piace, ma è così it. come Città e altri nomi colletlettivi), personifica più evidentemente il genere umano. T. Cic. La società del genere umano, conciliata dalla stessa natura. Segner. Quar. prol. Non presumo io che per me punto si muti il genere umano, non mai concorde. – Macchiato della colpa del genere umano. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 2. 5. 13. Di un maestro somigliante aveva bisogno il genere umano (di G. C.).

T. Genere umano vale La natura dell'uomo. Genere d'uomo o degli uomini, La capacità che ha l'idea d'uomo d'essere applicata a tutti gli enti reali o possibili, forniti delle qualità in essa comprese. Virg. Hominum genus: non sarebbe com. in it. Il genere degli uomini in questo senso; ma, traducendo scrittore pagano, cadrebbe di dire Il genere degli Dei, e così contrapporvi quello degli uomini.

2. In senso di Schiatta, alla lat. e alla gr. Γένος, Nascita e Famiglia.

Di nazione. T. Ces. Popoli dello stesso genere, ma più umani degli altri. Virg. Nomadum genus. Qui genus, unde domo.

3. D'anim. T. Cic. Quanti e quanto diversi generi di bestie, sia domestiche sia salvatiche. Ogni genere d'armenti e di fiere. Varr. Uccelli d'ogni genere. Quintil. Certi generi di pesci si godono in fondo piano, altri in sasso. Hor. Piscium genus (i pesci tutti). Virg. Ogni genere di nuotanti. – Il genere degli uccelli. – Il genere de' rettili.

T. Nella specie stessa d'animali può dirsi che siano più generi, prendendo la voce in senso men ampio. Virg. delle api: Duo sunt genera… Ut binae regum facies, ita corpora plebis… Haec potior soboles.

T. Sall. Animali di genere malefico.

T. Se agli animali appartenga quel d'Hor. Il genere irritabile de' poeti, lo dica il Cavallo Pegaseo.

4. T. Genere delle piante. – Pianta ch'è di tale o tal genere, che a quello appartiene. – Ciascuna pianta ha il nome del genere e quel della specie. Tournefort: Genere complesso delle piante conformate di eguale struttura.

5. Il commutarsi Γίγνομαι e Γίνομαι, e il prendersi Γένεσθαι anco per Essere, dimostra che Genere propriam. si applica in senso amplissimo al mondo reale, e ancora meglio all'ideale. T. Virg. Genus omne Sylvarum fruticumque… nemorumque sacrorum. E: Non hanno un genere solo gli olmi e il salcio e il cipresso. Cic. Genere è nozione attenente a più cose tra sè differenti. = Meglio che nel Varch. Ercol. 306. (C) Il genere è una nozione, cioè un concetto, ovvero predicabile, o volete universale, e, in somma, una voce, la quale si predica, cioè si dice, di più cose, le quali cose sono differenti tra sè di spezie; e si predica nel che, cioè essenzialmente, ovvero nella natura e sostanza della cosa. T. Genere supremo, che non si può ordinare sotto un altro ordine maggiore. L'essere è il genere supremo. Arist. Metaf. L'ente è universalissimo e fuor d'ogni genere. – Nel senso metafis. e log., anco Plat. e Arist. Γένος. Non a caso il Vico:Genus, forma qua res fiat. – E sapientemente i Gr. Τὰ γένη, gli Elementi.

Disputavasi se i generi sussistano corporalmente o incorporalmente. (Rosm.) I Nominali negavano l'esistenza alle idee universali, dicendole meri nomi; quindi escludevano dall'umano linguaggio le locuzioni genere, specie, idee generali.

6. Più espressam. contrapp. a Specie. T. Genere, quel ch'è comune a più specie, che costituisce la sostanziale somiglianza delle specie. Γένος, contrapp. a Εἶδος. Varr. Generi che si posson dividere o no in più specie. (Rosm.) Cinque i predicabili, secondo Aristotele: Genere, specie, differenza, proprio, accidente. Distinzione soprabbondante. T. Cic. Genere è quel che comprende più parti; come desiderio. Parte quella che sottostà al genere, come al desiderio l'amore, l'avarizia. – Animale è genere che comprende la specie umana e le specie de' bruti. Cic. Ma sovente l'oggetto stesso in un rispetto è genere, parte in altro; l'uomo è specie d'animale; de' Troiani e de' Tebani, genere. (Rosm.) La specie si distingue dal genere per una maggiore comprensione, e minore estensione. E: Una specie di astrazione si esercita sulle idee già formate, e se ne hanno i generi; una seconda, sulla percezione, e se ne hanno le specie. E: Le specie e i generi rispondono alle due facoltà di universalizzare e di astrarre. La facoltà di universalizzare, che è la facoltà di formare le idee, è la facoltà delle specie (quindi le specie si chiamano anche idee): all'incontro, per formare i generi, fa bisogno altresì la facoltà di astrarre. E: Specie, nell'origine della parola, è aspetto, cosa veduta, rappresentazione, idea… Come dunque fu applicata a significare certe classi di cose? Appunto perchè ogni idea, essendo universale, è il fondamento di una classe. E: Se lo spirito prende una specie astratta sostanziale, e restringe la sua attenzione a una parte di essa, tralasciando le altre, egli con ciò ritrova uno di que' concetti che si chiamano generi sostanziali, i quali sono di molte maniere, p. e. un soggetto animale è un genere sostanziale in confronto della specie dell'uomo, che è un soggetto non solo animale, ma anche razionale. E: Se lo spirito prende una specie astratta accidentale, e, restringendo l'attenzione a qualche elemento di lei formale (p. e. a un dato colore), non badando agli altri, egli s'è formato uno di que' concetti che si chiamano generi accidentali. P. e. il colore è un genere rispetto al color rosso.

7. Altri usi log. T. Cic. Discernere, Definire il genere e la specie di ciascuna cosa. – Nella definizione devesi notare il genere e la differenza. (Rosm.) Alcuni sofismi nascono da un difetto nel nesso tra il soggetto e il predicato; quali i sofismi dell'accidente e del genere. [Cont.] Picc. A. Instr. filos. 121. Ogni volta, che vedremo che sotto quel predicato, che si pon per genere d'alcun soggetto, non si contiene altra specie che quello stesso soggetto, negheremo esser genere di quello, non bastando una specie sola all'essenzia d'un genere. T. Quasi a modo d'avv. In genere, contrapp. a In specie, che i Tosc. anche ass., sottint. l'In, Specie.

8. In quanto opponesi a Particolare, siano oggetti singoli, o minori collezioni d'oggetti, non però specie. E prima quanto alle idee. T. Rucell. Or. Opusc. ined. 3. 207. (L'onesto) abbraccia, sì in genere, come in particolare, tutte quante le bellezze dell'animo. Passav. Specch. Penit. 222. I laici e le persone sanza lettera, a' quali basta di sapere in genere de' Comandamenti della Legge,… non assottigliandosi troppo. E 325. Avendo (il diavolo) chiaro conoscimento non solamente in genere, ma specificatamente e singolarmente di tutte le cose naturali e spirituali e corporali.

9. Non solo del conoscere in genere, ma del parlare. Il ragionare d'una cosa in ispecie, sta tra il ragionarne in genere e il ragionarne in particolare; è più di questo, e meno di quello. T. Gell. Sermones in genus communes. – Trattare l'argomento in genere. = Pallav. Stor. Conc. 104. (Man.) Per non commettere la sua giovinezza a rischio di risposta non cauta in articolo tanto grave, soggiunse in genere… Lib. Pred. Pand. (C) Non ne siamo però tenuti… se non dirli in grosso e in genero (i peccati). Barber. Docum. 232. 21. (Gh.) Alla prima (cautela) ritorno, Della gente d'attorno In genere parlando. Pass. 134. (C) O sia scomunicato nominatamente, o in genere.

T. Parlo in genere, dice chi avverte che non intende applicare in modo spiacevole il discorso suo a tale o tale pers. o cosa. E lo dice anco per avvertire che la gli si applica. Antifrasi o di malizia o di cel.

10. Generalità concernente il reale. G. V. Vit. Maom. (C) Ma, nel genero, la legge dell'uno Calif e dell'altro, s'accordavano insieme. Pallad. 2. tit. Delle quattro cose, nelle quali sta, in genero, lo buono lavorio della terra.

11. Tanto è vero che l'ideale e il reale sono indivisibili nella umana mente, che In genere di… corrisponde a quel che anco dicesi In fatto di… Segner. Mann. Apr. 6. 2. (C) Gl'illusori principali del prossimo, in genere di fedeltà, sono quei predicatori, che… E appresso: Gl'illusori principali del prossimo in genere di carità. E Lugl. 24. 2. Non farà più altro in tal genere. T. Dunque In genere di… dice una specie d'oggetti non tanto generali; anco nel ling. fam. In genere di canzoni, le più brevi mi piacciono di più.

II. 12. (Gramm.) Forma de' nomi, denotante il maschio o la femmina, o enti altri dagli animali, ai quali in origine fu dato nome masch. o femm., per alcuna qualità che riguardavasi più conforme al concetto dell'uno o dell'altro sesso. Gr. Γένος, Sesso. Dep. Decam. 97. (C)Ragionammo di questa maniera di adoperare questi che chiamano participii, come nomi di genere del maschio, che molto più si fa con quello della femmina. T. Genere del o della non è modo com.; ma sì genere mascolino o femminino. Quintil. I nomi han tre generi nel lat. masch., femm. e neut. Ma una specie di neut. ha anche l'it. = Salv. Avvert. 1. 1. 14. (C) Che adunque è da dire… se non che la vocevivi sia profferita dal Boccaccio nel genere del neutro? E ivi: Le quali gru, non pur quivi, ma in forse dodici volte che son nomate in questa novella, sempre col genere, o diciam sesso, della femmina, son chiamate dall'autore. T. Quintil. Barbarismo di numero o di genere. – Sbagliato in numero, genere e caso. Fam. Sbagliato di pianta: per contr. Cose che s'accordano in numero e genere e caso (pienamente). – Aggettivo comune a' due generi. – Voce che s'usa piuttosto nell'uno che nell'altro genere; che comporta o richiede questo o quello. Quintil. Figure che concernono il genere. (Quando si dá l'un genere alla voce che suole portare l'altro; come, per dispr. o per cel., a uomo, Donnina; o per vezzo, a ragazzetta, Sennino.)

13. E al senso ideale e al reale corrisponde l'uso che si fa della voce in genere d'arti belle. Senso letter. T. Genere di poesia, distinto secondo i soggetti, o secondo il modo del trattarli, o secondo le varie maniere. – De' soggetti, Genere eroico; del modo, Descrittivo, Didattico, Epico, Lirico; della peculiare maniera, Bernesco, che è una sottodivisione del Genere piacevole.

T. Genere d'eloquenza. Alto, mezzano, dimesso, familiare. Cic. Piacevol genere d'eloquenza. – Genere dimostrativo, deliberativo, giudiciale. – Della forma. Cic. Scrivere orazioni o altro di questo genere.

T. Genere di stile. Di facezie. Ass. Un Francese disse: Buoni son tutti i generi, fuorchè il nojoso.

14. D'arti belle. D'architettura. Vas. 7. 3. Dividere l'un genere dall'altro. T. Genere classico, semplice, ardito. Similm. Genere d'ornamenti. – Di pittura. Vas. Vit. In questo genere (delle grottesche). – Genere di quadri, quanto al loro soggetto o alla maniera del trattarli in com. o più specialm. a tale e tale maniera.

T. Quadri, Pitture di genere, che trattano non cose stor., nè relig., ma della vita comune; quasi intendendo Generale in senso aff. a Comune; o intendendo, d'un Genere speciale, contrapp. a Generico o Universale.

15. (Mus.) [Ross.] Costituzione del sistema musicale in ordine alla specie degl'intervalli che vi si adoprano. (Sist. 1. 2.). Ai Greci più specialm. il Genere era La divisione e disposizione del tetracordo, considerato negl'intervalli de' quattro suoni che lo compongono. Zarl.2. 4. Def. 2. 192. Genere è una certa e determinata divisione, o modulazione, che si fa nel numero di quattro corde. – Nella mus. mod., il Genere consiste nell'uso de' varii intervalli che nascono dal rimanere in uno stesso tuono, o dall'intrecciare i tuoni fra loro.

[Cont.] Barbaro, Arch. Vitr. 229. Tre sono… i generi della melodia. Cromatico, Diatonico, Armonico. [Ross.] Genere cromatico, quello in cui si usano intervalli cromatici (Sist. 1. 2.). Presso gli ant. consisteva nel dividere ogni tetracordo in semituono, semituono e terza minore, come: si-dodo diesis-mi, mi-fa, fa diesis, la (Sist. 10. 2.). – Tra noi il Genere cromatico consiste nel cromatismo, che nasce dalle transizioni e dalle alterazioni. Noi non abbiamo il Cromatico puro: è sempre misto col Diatonico. Genere diatonico, in cui non si adoprano che intervalli diatonici (Sist. 1. 2.). Presso gli Ant. consisteva nel dividere ogni tetracordo in semituono, tuono e tuono, come:si-do-re-mi-fa-solla… Zarl. 2. 4. Def. 3. 192. Genere diatonico è quello che procede per il numero di quattro corde nel suo ordine; che dal grave all'acuto si va per un semituono maggiore, per un tuono maggiore e per un minore. Mart. St. Diss. 1. 100. Genere… diatonico, il cui tetracordo consta di un semituono minore e di due tuoni. – Oggi il Genere diatonico consiste nel servirsi soltanto delle note appartenenti ad un sol tuono, qualunque esso sia: onde può dirsi anco Unitonico. (Sist. 10. 2.) Genere enarmonico, quello in cui si usano intervalli enarmonici, detto anticam. anche. Armonico (Sist. 1. 2.). Presso gli Ant. consisteva nel dividere ogni tetracordo in due parti di tuono e una terza maggiore, come: si-si diesis (nota mezzana tra il si e il do)-do-mi. Zarl. 2. 4. Def. 5. 194. Il genere… enarmonico è quello che per ogni quattro corde è in tal modo diviso, che si può modulare dal grave all'acuto per un diesis, e per un altro, e per un ditono. – Noi non abbiamo propriam. Genere, ma solo transizioni enarmoniche, le quali avvengono quando si fa uso dell'intervallo enarmonico, vero o supposto (Sist. 10. 2.).

(Mus.) [Ross.] Genere d'intervalli. Intervalli generici, cioè considerati solo in quanto al numero de' gradi che abbracciano, come a dire terza, quinta, sesta, senza tener conto se siano maggiori o minori, eccedenti o diminuite (Int. 6.). V. SPECIE D'INTERVALLI.

III. 16. Degli uomini, quanto alla condizione loro. T. Varr. Quanti e di che genere pastori. Cic. Due generi sono in questa città stati sempre di coloro che attesero alle pubbliche cose. Altri popolari vollero essere stimati d'essere; altri ottimati. Hor. Venditori di farmachi, accattoni, ballerine, tutto questo genere (in it. dovrebbesi aggiungere di pers. o sim.) è in lutto per la morte del cantante Tigellio. Altrove: Quum genus hoc inter vitae versetur, ubi acris Invidia atque vigent ubi crimina. Non nel senso che ha Genere di vitanel § seg., ma tradurrebbesi: Vivendo tra questo genere di persone, o persone di questo genere, ove regnano invidia e calunnia.

T. D'uomini, quanto a' sentimenti loro o a' fatti. Ter. C'è un genere d'uomini che fanno se stessi la cima di tutte le cose. Cic. Eleggansi amici costanti; del qual genere è grande scarsità. Un inno a' Martiri: L'animo esultante si porta a memorare con cantici l'ottimo genere di vincitori.

[G.M.] Fam. Ogni genere musicorum: per dire mescuglio inordinato di pers. Deputati, atei, banchieri, professori, giornalisti, ogni genere musicorum (tratto da quel della Bibbia, ove narrasi d'un re, la cui statua doveva essere adorata al suono della musica). Per estens., di animali e di cose.

17. Quanto a specie; d'altro che di pers., ma d'oggetti concernenti le pers. T. In questo genere di virtù. Cic. Di vita: dicesi e della professione soc., e del modo di governarsi moralm. e civilm. E anche degli abiti della vita corp.; e delle consuetudini della vita mor. Hor. C'è un genere di pazzia che teme là dove nulla c'è da temere… Un altro, e diverso a questo, e non punto più savio, di chi si precipita nelle fiamme e nelle acque. E: Di che pazzia (giacchè non ce n'è un genere solo) mi fai tu malato?

T. Cic. Tre generi di governo. E: I generi di rubare. Ces. In questo genere di battagliare s'erano i Germani esercitati. E: Genere di difesa.

Ass. T. Cic. La tua prudenza, la quale io, per mia fè, in ogni genere giudico singolare.

18. Segnatam. in senso di male. T. Intoppi d'ogni genere. – Ogni genere di tormenti. Non è pr.; giacchè il male, essendo negazione, pare che l'idea di generazione ad esso ripugni: ma nell'ordine ideale anco il concetto del male ha pur troppo una realtà: e almeno per catacresi, diciamo: Questo genere di malattia, Generi diversi di morte.

19. [M.F.] Genere, quel che i medici dicono ora Sistema. † Red. Lett. T. 5. p. 101. Si risveglia un dolore eccessivo, che si comunica ancora al collo e a tutto il genere nervoso. = E (Fanf.) Venoso.

IV. 20. Cose in gen. T. Ces. Di cibi. = Sagg. Nat. esp. 242. (C) Questo riscontro fu fatto da noi in tempo di notte, con tre differenti generi di pezzi. T. Ces. Navi fornite d'ogni genere d'armi. = Red. Lett. 1. 117. (C) Fa di mestiere che V. S. Ill. ne abbi di diversi generi.

21. Segnatam. nel senso commerc. e econ. T. Merci d'ogni genere. = Corsin. Ist. Mess. 3. 261. (Gh.) Venivano alle fiere… tutti i mercanti e negozianti del regno co'l meglio de' loro generi e delle loro manifatture.

Magal. Lett. scient. 12. 255. (Gh.) S'egli è vero che nel seppellire i corpi de' Cristiani si faccia maggior consumo de' generi dell'Arabia, che non si fa d'incenso nel profumare gl'idoli, non occorre pigliarla così enfatica e magistrale. (Questo es. dichiara anco il senso di Specie per Spezierie.) E p. 253. E 256. bis. E 259. Algar. 6. 66. I seguenti generi somministra principalmente la Russia… cuoi, canape, lino,… legna, ferro, riobarbaro (rabarbaro). Paolett. Op. Agr. 1. 260. Non si fermerà mai in un paese, benchè abbondante, il forestiero, se a caro prezzo vi si vendono questi generi. E ivi. Lastr. Agr. 5. 39. 50. Targ. Tozz. G. Viagg. 4. 338. [Palm.] Rincaro dei generi; Generi coloniali. T. Generi di prima necessità. – Generi di consumo. – Generi di vettovaglia. – Comprare generi per proprio uso. – Negoziare in tale o tal genere. Un medesimo genere di negozianti può negoziare in generi varii, e varii generi di negozianti sopra il medesimo genere speculare.

V. 22. Modi com. a parecchi de' sensi not. Degli usi segnatam. ideali e scientif. T. Il sistema di Linneo distingue le classi in ordini, gli ordini in generi, i generi in specie. – Determinare un genere d'animali, di piante. – Distribuire in generi. – Caratteri del genere.

[Cont.] Picc. A. Instr. filos. 18. v. Dell'augello parimente potiam dire, che, considerato in quanto sotto di sè contiene l'Aquila, il Cigno, ed altre specie d'augelli, doverassi chiamar genere; ed in quanto poi contenuto, dall'animale, sotto cui, insieme con molti altri animali, è compreso, si chiamerà specie. V. § 4, 6.

23. Con varie partic. T. Cic. Che tutte le cose, nel genere suo ciascuna, fioriscano e crescano.

T. Cosa singolare nel suo genere, non assolutam., ma in comparazione de' soliti oggetti del genere suo. Quindi ha senso di scusa o di commiserazione o d'iron. Bella cosa, buona nel suo genere, cioè quel tanto che comporta la sua natura e la condizione ordinaria (e sovente intendesi poco). Col Di, anco i Lat. Hor. Caetera de genere hoc. E: Altre cose di questo genere son tante da stancare la lingua d'un cicalone. E siccome Hor. Nugas hoc genus; e Varr. Hoc genus rebus, e il pop. tosc. Questa sorta cose; così, scrivendo, potrebbesi non solo Di questo genere solecismi, ma Questo genere senza il Di. Ma dicendo: Affare, Persone di questo genere, fam., si suol dargli un senso di dispr. o di noncuranza.

T. Corrisponde anco all'Eccetera; che, dopo aver numerati più oggetti, concludesi E altri di questo genere.

T. Dicesi anco Di simil genere, quando non è per l'appunto il medesimo. Cic. Vario. Virg. Genere misto (egli lo dice di generazione umana; ma ben potrebbesi d'altro).

T. Ogni genere, che i Lat. in sola una voce Omnigenus, non solo comprende tutti i generi o molti e varii; ma, per iperb., s'usa in senso di dispr. o di biasimo. S'affiata con persone d'ogni genere (senza discernere i gradi di stima e d'affetto). – Ogni genere di soverchieria, di ridicolaggini.

24. Con altri epit. Nuovo genere può avere senso buono, come nell'Inno: Nuovo genere di potenza! Le idrie rosseggiano, e l'acqua, prescrittole di mescere vino, ha mutato natura. Ma sovente fam. Nuovo genere di cose; Cose di nuovo genere suona stranezza sconveniente, o anche troppa volgarità. In senso sim., e serio e iron., dicesi, anco parlando tra gente colta: Una cosa sui generis, o italianam. È un genere tutto suo. (Rosm.) Sui generis, termine degli Scolastici, per indicare una cosa, che non ne ha un'altra dello stesso genere.

T. Un autore, Un artista, Un uomo qualsiasi, ha un suo genere di dire, di fare. – Genere suo, posposto, più determina la singolarità o la proprietà. Un autore, Un componimento, Un'opera d'arte, può fare un genere da sè. – Il modo È, Non è del buon genere, abus. dai Fr., e applicato a inezie, non si può dire barb., segnatam. se s'applichi a cose d'arte. Così: Quel de' soggetti religiosi è il gran genere. Nè barb. è dire Cotesto non è il mio genere; in cui io mi compiaccia di comporre, o ch'io gusti, in altri, di più. E anche Non è il mio modo di fare, in cose che pur non concernono l'arte. Non è del mio, del suo genere, Non appartiene a quello.

25. † Così spiegasi o scusasi l'Andare a genere, per cel., invece di A genio, A sangue. [M.F.] Monigl. Serva nob. 3. 14. Ch'a' miei occhi parete la dea Venere, E fuor di modo voi m'andate a genere.
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